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 2016  aprile 12 Martedì calendario

La barriera tra Austria e Italia • Il fondo da sei miliardi per salvare le banche • Le spese folli dell’ammiraglio De Giorgi • Entro il 2050 la Cina vuole diventare una superpotenza del calcio • Uno studio rivela come l’onestà di un Paese influenzi il comportamento dei suoi giovani

 

Barriera Cantiere aperto in Austria, da ieri, per la costruzione di una rete al confine con l’Italia. Sarà lunga 250 metri e comprenderà l’autostrada e la strada statale. Obiettivo: impedire il flusso di migranti dall’Italia. Nel progetto del cantiere è compreso anche un ufficio coperto che funga da centro di registrazione. La rete al Brennero potrebbe essere già in funzione a maggio e, dovesse servire, c’è già in programma di usare i soldati al confine, professionisti, riservisti o di leva. Il presidente austriaco Heinz Fischer ha cercato di smorzare le polemiche spiegando che il progetto «non prevede muri o filo spinato» e «intende avere il minor impatto possibile sul traffico di persone e merci. Servono però più controlli per chi vuole entrare in Europa» (Nicastro, Cds).

Atlante Si chiamerà Atlante il fondo da sei miliardi di euro che servirà a tamponare le falle del sistema bancario italiano. Ieri c’è stato un via vai di banchieri dal portone del Tesoro, in via XX settembre. In tre riunioni si sono alternati i vertici di Unicredit, Intesa San Paolo, il numero uno delle Fondazioni bancarie Guzzetti, e poi Ubi, Bpm e Banco Popolare, Credito Valtellinese. E ancora Cassa depositi e prestiti, Banca d’Italia, i tecnici del ministero. Mancano pochi dettagli e il via libera dei consigli di amministrazione, ma lo schema è pronto. Il Fondo nascerà in maggio grazie soprattutto a Unicredit e Intesa Sanpaolo (sottoscriveranno un miliardo a testa), le Fondazioni e la Cdp (con 500 milioni). Sarà gestito da Quaestio Sgr, la società di diritto lussemburghese guidata da Alessandro Penati e a sua volta partecipata dalla Fondazione Cariplo di Guzzetti (37 per cento) Locke, Cassa dei Geometri e Opere Don Bosco. Il capitale di Atlante sarà destinato al 70 per cento agli aumenti di capitale delle banche, in particolare le due ex popolari venete, Veneto e Vicenza. Se, come molti temono, l’offerta di azioni non dovesse fare il pieno, il nuovo Fondo si farà carico dell’inoptato (Barbera, Sta).

De Giorgi Spunta un dossier anonimo contro il capo di stato maggiore della Marina, Giuseppe De Giorgi, al centro del filone siciliano dell’inchiesta sulle estrazioni petrolifere in Basilicata. I documenti, consegnati alla procura di Potenza, alla presidenza del Consiglio e al ministero della Difesa contestano l’operato e le spese folli dell’alto ufficiale della Marina, in pole position, fino a poco prima dello scandalo, per diventare il nuovo capo della Protezione civile. Festini e spese pazze sono denunciate dalla gola profonda che accusa De Giorgi. Si legge ad esempio dei «festini da lui organizzati da comandante a bordo della nave Vittorio Veneto... con tanto di trasferimento a mezzo elicottero, di signorine allegre e compiacenti. O di quella volta, sempre da comandante della nave Vittorio Veneto in sosta a New York, che accolse gli invitati a un cocktail a bordo, in sella a un cavallo bianco». Grande amante del lusso, secondo il dossier, l’ammiraglio fece spendere 42 milioni di euro per rifare l’area delle cabine degli ufficiali della nave Bergamini, dopo una visita a Fincantieri. Nell’inchiesta di Potenza l’ammiraglio è accusato di abuso d’ufficio. Il sospetto è che ci sia stato uno scambio di «interessi» tra lui e il fidanzato dell’ex ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi (Longo, Sta).

Cina La Repubblica popolare cinese si prepara a costituire un’armata di 50 milioni di giovani calciatori per raggiungere la supremazia globale calcistica entro il 2050. Lo ha annunciato ieri il governo. Al momento la nazionale cinese è relegata all’81° posto nella classifica della Fifa, dietro Cipro, Burkina Faso e Benin. Ma Xi Jinping, il capo dello Stato, è un tifoso e non ha nascosto le sue ambizioni: ospitare la Coppa del Mondo e vincerla. Il documento pubblicato ieri si compone di 14 pagine ed è stato elaborato non solo dalla Federazione calcistica, ma anche dalla Commissione nazionale per la riforma e lo sviluppo, l’organo ministeriale che decide le linee guida per le politiche economiche del Paese. Il progetto prevede tappe precise: entro il 2020 ci saranno 50 milioni di calciatori praticanti, 30 milioni dei quali ragazzini delle elementari e studenti delle scuole medie. Nei prossimi quattro anni saranno aperte 20 mila accademie calcistiche. Questa massa di giocatori dovrà fornire alla nazionale maschile gli elementi per fare della Cina entro il 2030 una delle prime forze dell’Asia. E alla fine della lunga marcia, nel 2050, l’esercito di portieri, centrocampisti, tornanti, fantasisti, punte e mezzepunte, dovrà innalzare la nazionale al rango di «superpotenza del football» (Santevecchi, Cds).

Corruzione 1 Scienziati di Nottingham in Inghilterra, Monaco e Bonn in Germania e di Yale a New Haven negli Stati Uniti hanno appena pubblicato uno studio su Nature in cui dimostrano come come l’onestà di un Paese influenzi il comportamento dei suoi giovani. I ricercatori sono partiti dalla classifica dei paesi di cui si conosce la tendenza a violare le regole (evasione fiscale, frode elettorale e politici corrotti) e ne hanno selezionati 23 per tre livelli di corruzione. Fra i paesi meno corrotti ci sono Austria, Inghilterra e Svezia, mentre la corruzione dilaga in Tanzania, Georgia, Guatemala e Kenya; l’Italia non è tra i paesi più corrotti ma è molto lontana da quelli che lo sono di meno. Una volta stabilito il livello di corruzione di un determinato paese, in base ai dati del 2003, hanno fatto un esperimento che ha coinvolto 2.568 studenti (poco più di 100 per ogni paese) fra il 2011 e il 2015. Ciascuno di questi ragazzi, chiuso in una stanza e al riparo da occhi indiscreti, doveva lanciare un dado e riportare ai ricercatori il numero che otteneva in forma assolutamente anonima: se con il dado usciva uno il ragazzo guadagnava mezza sterlina, con due ne guadagnava una e poi sempre di più fino al cinque che valeva tre sterline, ma se usciva il sei non gli davano niente. Si poteva anche imbrogliare perché non c’era alcun controllo sul risultato del singolo e questo i ragazzi lo sapevano. Gli scienziati però erano in grado di stabilire a posteriori e con grande precisione l’attendibilità dei dati per ciascuna area geografica. È una questione di probabilità: se sono in cento a lanciare un dado gli statistici ti dicono quante volte ti puoi aspettare che esca il tre o il cinque o il sei o qualunque altro numero, di qui non si scappa. Se il gruppo degli indiani, poniamo, imbroglia li scopri subito. A questo punto si trattava di mettere in rapporto i dati del 2003 di una certa area geografica con le eventuali bugie di adesso degli studenti di quel paese. La correlazione — così dicono gli statistici — è stata diretta e altamente significativa. Vuol dire che più la società è corrotta più gli studenti di quel paese tendono a mentire. In Tanzania, per esempio, il tasso di disonestà dalle rilevazioni del 2003 era altissimo, ebbene quasi tutti gli studenti della Tanzania dal lancio dei dadi hanno dichiarato di aver avuto valori di quattro o cinque (il sei, quello per cui non ti danno niente, non veniva fuori proprio mai); quegli studenti hanno mentito e così si sono portati a casa un bel po’ di soldi (Remuzzi, Cds).

Corruzione 2 I livelli di corruzione rilevati nel 2003 in Italia sono più alti di quelli di qua-lunque altro Paese del Vecchio Continente, ma i nostri ragazzi (o almeno quelli che hanno preso parte allo studio) dicono meno bugie dei loro coetanei dell’Europa e addirittura meno di quelli di quei paesi con indice di corruzione bassissimo, come Austria e Olanda. Dei nostri studenti i «fully honest», quelli insomma che dicono tutta la verità ma proprio tutta, sono pochissimi, ancora meno dei cinesi e dei colombiani (che dopo gli africani sono i più bugiardi). Come si spiega? I nostri ragazzi mentono anche loro un po’, ma il loro modo di mentire è più sofisticato di quello degli altri; se gli viene un due dichiarano un tre, solo qualche volta un quattro. Insomma, quando imbrogliano lo fanno senza esagerare e così qualcosa guadagnano anche loro (ibidem).

(a cura di Roberta Mercuri)