ItaliaOggi, 9 aprile 2016
Un referendum per frustrati contro trivelle inesistenti
Il «No Triv» è un curioso slogan politico-ecologista contro trivelle inesistenti, per far svolgere un referendum per frustrati. ItaliaOggi ha pubblicato un bel articolo dell’amico Cingolani che analizza le varie posizioni, concludendo: «Ciascuno si sentirà in dovere di scaricare nell’urna le sue frustrazioni...». Per chi è orientato a votare No l’analisi di Cingolani lo supporta. Chi è per il Sì lasci perdere Emiliano (confonde estrazione con depurazione), si fidi della felice sintesi di Grillo («Votate Sì, e non chiedetevi perché»). Chi punta all’astensione ascolti Renzi, bravo a sfidare la «sfiga» della celebre locuzione di Craxi: «Andate al mare!», primo passo verso il baratro (il suo).
L’aspetto che privilegio del referendum popolare è la necessità di fare una sintesi su argomenti alti e molto complessi. Le élite odiano i referendum perché, a differenza del popolo, loro non sanno fare le sintesi. Così sarà anche questa volta, non andando a votare, il popolo dimostrerà che tale referendum non s’aveva da fare. Per me, qualsiasi risultato esca dalle urne è irrilevante, perché i fautori delle tre posizioni, compresa quella riconducibile a Bergoglio (sommessamente sussurro: interpellerei lo Spirito Santo piuttosto che laici ideologizzati) si basano su un’analisi del passato.