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 2016  aprile 11 Lunedì calendario

Per un pugno di libri e la sfida della Rai per riconquistare i giovani

Sabato pomeriggio Geppi Cucciari ha salutato, non senza qualche rammarico, gli spettatori di «Per un pugno di libri», la storica trasmissione di Raitre dedicata ai libri e alla lettura che conduce dal 2014 (sabato, ore 18). L’edizione di quest’anno è arrivata alla fine e si può fare qualche riflessione su un programma in onda ormai dal 1997: quasi vent’anni non sono pochi, nel frattempo la tv è molto cambiata, è cambiato il suo pubblico, sono arrivati i canali tematici culturali che sfidano con sempre più convinzione il ruolo del Servizio Pubblico in questo settore.
Senz’altro la trasmissione svolge un ruolo meritevole di avvicinamento alla lettura e notoriamente parlare di libri in tv non è cosa facile: o si sceglie il modello promozionale e la tv si trasforma in una specie di vetrina delle ultime uscite, come avviene in molti talk show diventati succursali del marketing editoriale. Oppure inventarsi un altro modello non è semplice, trovare quel tocco insieme leggero e profondo visto in esperimenti come «Serata Manzoni» di Beniamino Placido è un miracolo che succede raramente.
«Per un pugno di libri» ha scelto la strada del gioco: un quiz per nostalgici del liceo classico che vede contrapposte due classi di scuola superiore. Negli anni, le prove da affrontare per vincere il montepremi di libri sono diventate più smart. La competenza di Piero Dorfles e la sua capacità di raccontare autori e romanzi sono rimaste ineccepibili. La conduzione di Geppi fa molto «intrattenimento intelligente». Una questione resta però aperta: a chi parla «Per un pugno di libri»? I protagonisti in gara sono giovani, ma quel tipo di pubblico non è mai stato così lontano dal medium televisivo, che fruisce in modo disincantato, a spezzoni, sul web. Tra le molte sfide che la Rai ha di fronte c’è quella di riconquistare questo pubblico: la ricerca di nuova identità per Raitre dovrà fare i conti anche con questa necessità.