La Stampa, 11 aprile 2016
Produrre salami per gli islamici
Una piccola azienda familiare di Anguillara Veneta, in provincia di Padova, tre fratelli alla guida e un’intuizione vincente: trasformare la carne di pecora e agnello in salsicce e salumi di alta qualità, destinandola non solo a chi cerca sapori nuovi, ma anche al mondo islamico, che non può consumare salumi di maiale. La Veneto Ovini, alla terza generazione con Andrea, Luca e Davide Morandi, è la seconda azienda italiana – il primato spetta all’imprenditore sardo Antonio Fernando Salis – a cimentarsi nella produzione di salumi ovini e ad aver richiesto la certificazione rilasciata dall’Halal Italy Authority, riconosciuta in tutto il mondo. «Abbiamo iniziato a creare i salumi di ovino sei anni fa: i primi ad apprezzare sono stati i ristoranti, ma presto sono arrivate le richieste da Libia, Tunisia, Algeria e non solo – racconta Davide Morandi -. C’è stato molto interesse anche dagli Emirati Arabi: appena otterremo la certificazione, che arriverà in tempi brevi, noi siamo pronti a partire».
In Europa vivono oltre 60 milioni di musulmani, di cui quasi due milioni in Italia, con un giro d’affari legato alla carne stimato in 70 miliardi di euro annui e una crescita del 15 per cento all’anno.
L’azienda padovana alleva circa 2000 capi, razze come la pecora biellese e bergamasca, divise in diversi greggi che pascolano dal Delta del Po al Nevegal, in provincia di Belluno. Dalla produzione di salumi, iniziata con insaccati di pecora e maiale, nascono il cacciatorino di pecora, il prosciutto, il fiocco, il lonzino, le sopresse «Rispetto agli altri paesi siamo ancora agli inizi – conclude Morandi -. I prodotti nei supermercati sono pochi, non esistono ancora reparti specializzati: i nostri salumi sono pronti ad arrivare non solo nei paesi musulmani, ma in tutta Europa».