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 2016  aprile 11 Lunedì calendario

Catalogo dei candidati alla panchina della Nazionale secondo Mario Sconcerti

Non esiste ancora un vero candidato alla guida della Nazionale, ma esiste un metodo preciso per cercarlo. Il presidente federale Tavecchio non ha certezze né vuole stupire per inventiva. Parte da una teoria del tutto, da un elenco di 40 nomi dentro il quale vive completamente lo scibile del nostro calcio. È tutto così semplice che è difficile alla fine essere contrari, ammesso ce ne sia bisogno a priori. Tavecchio si è scritto i nomi e accanto le caratteristiche, il passato, le probabilità di fama iniziale e successiva, naturalmente l’ingaggio pensabile. Poi ha cominciato la selezione. I 40 nomi attuali sono divisi in 6 categorie. Non ci sono preferenze iniziali. Nella prima categoria ci sono gli allenatori del campionato. Il primo è Allegri, ma siamo solo in un ordine alfabetico. Poi ci sono Spalletti, Montella, Mancini, Gasperini e via via tutti gli altri. Nella seconda categoria combattono gli allenatori italiani attualmente all’estero. Il primo nella lista è Ancelotti, ma anche questo è presumibile frutto dell’ordine alfabetico. Si devono aggiungere a titolo sperimentale Ranieri, Guidolin, ma anche De Biasi commissario tecnico dell’Albania. La terza categoria è quella dei disoccupati che va da Prandelli a Malesani. Non c’è più Capello perché autoeliminatosi. Della quarta fanno parte gli «anziani». Qui ci sono sorprese. Nell’elenco non solo Lippi o Trapattoni, ma anche il maestro Sacchi, non so quanto a titolo accademico o statistico. Però c’è. La quinta categoria è quella dei cosiddetti «canterani», cioè i giovani tecnici federali, da Di Biagio in giù, molto cari a Tavecchio perché espressione della Federcalcio e di un movimento spartano, ma non al punto da dar loro precedenze. L’ultima categoria è quella dell’eventuale creatività, rappresenta i nuovi, i grandi ex calciatori che ancora devono quasi cominciare ma hanno alle spalle molto del nostro passato. Sono essenzialmente i Cannavaro e i Del Piero, quel tipo di generazione, affidabili all’estero, non criticabili in anticipo, con il carisma corretto per poter selezionare 22 consimili e gestire insieme una partita. È un metodo universale, forse anche troppo ampio, ma va da sé che molte delle prime eliminazioni saranno facili. Resta l’idea di cercare dovunque e raffrontare i vari parametri di rischio. Non conosco il risultato, ma il criterio mi sembra giusto. Non spettacolare, un po’ pignolo, ma onesto, accettabile. Prossima e ultima puntata lunedì 24 aprile. È allora che, probabilmente, sapremo.