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 2016  aprile 11 Lunedì calendario

Aiuto ci siamo persi il candidato. Lo strano caso della corsa per la guida della Procura di Milano

Alla ricca (e per lo più divertente) casistica cinematografica, da Mamma ho perso l’aereo a Tesoro mi si son ristretti i ragazzi, al Consiglio superiore della magistratura ora aggiungono un (meno spassoso) Aiuto ci siamo persi il candidato. Alla guida della Procura di Milano. Per la cui scelta i sei componenti della Commissione incarichi direttivi sta animatamente dibattendo sul miglior nome da proporre al plenum del Csm benché, tra quelli per i quali il 21 marzo aveva ritenuto indispensabili urgenti audizioni, se ne sia «dimenticato» uno: Cuno Tarfusser, dal 2009 giudice italiano vicepresidente della Corte penale internazionale dell’Aia e procuratore di Bolzano dal 2001 al 2009, lì sperimentatore di alcune prassi gestionali premiate in Europa e assurte a standard di riferimento sia nei corsi della Scuola della magistratura sia nei programmi del ministero. Quel lunedì – per prendere tempo in un momento di impasse delle trattative nelle correnti togate nel Csm, e tra esse e i componenti laici nominati dal Parlamento – a tutti i magistrati in lizza era stato chiesto (come assai di rado accade) di illustrare i propri progetti organizzativi. A tutti tranne Tarfusser. Si era immaginato che, magari per suoi concomitanti impegni all’Aia, il Csm ne avesse postposto l’audizione. Invece adesso traspare che le audizioni erano talmente ininfluenti che il mancato svolgimento di una di esse neppure è stato percepito come ostativo a una decisione evidentemente in gestazione sulla base di altri parametri, destinati a non giovare all’autorevolezza di chiunque alla fine verrà scelto. Il tutto, par di capire, a partire da un disguido. Tarfusser, infatti, sarebbe stato cercato il pomeriggio di mercoledì 16 marzo dai funzionari della Commissione Csm, ma era in una udienza della Corte internazionale. Avendoli richiamati a fine processo, i funzionari gli avrebbero detto che poi gli sarebbero stati comunicati giorno e ora dell’audizione al Csm, per la quale via mail riceveva intanto un modulo di rimborso spese. Ma la convocazione non è mai arrivata. E le audizioni di tutti gli altr i nove aspiranti si sono tenute già lunedì 21 marzo, seguite da un florilegio di geometrie politico-relazionali vere o presunte su tre candidati, sin dall’inizio più «vociferati» (Francesco Greco, Giovanni Melillo e Alberto Nobili) e non stroncati in partenza dal tacito veto calato su un altro (Ilda Boccassini). Una vicenda «grottesca», la definisce il desaparecido Tarfusser in una missiva ai consiglieri Csm per rassicurarli paradossalmente che non farà ricorso al Tar, perché «non è nel mio stile cercare di entrare dalla porta di servizio (giudiziaria) trovando chiusa quella principale. Prendo solo atto con amarezza che questo nostro Paese è tuttora ostaggio di logiche e percorsi decisionali inaccettabili ai quali non inizierò certo ora, e in questo contesto, ad assoggettarmi», aggiunge Tarfusser di fronte al «ripetersi di circostanze per me purtroppo non inedite» in «un ambito istituzionale che dovrebbe, al contrario, rappresentare un ese mpio di trasparenza».