la Repubblica, 11 aprile 2016
Il Boston Globe immagina come sarebbe il mondo con Trump presidente
L’“Apocalypse Trump”, il terrore della fine della civiltà che il nome del miliardario possibile presidente americano scatena, esplode sulla prima pagina di uno dei più antichi e rispettabili quotidiani d’America, il Boston Globe. «È cominciata la deportazione» spara il titolo a tutta prima; Wall Street crolla; la guerra commerciale è lanciata; l’esercito si ribella al Comandante in Capo; nasce la legge che definisce tutti i giornalisti “feccia”. E Trump è candidato al Premio Nobel per la pace per avere finalmente riconciliato musulmani sciiti e sunniti, dopo 1.300 anni di odio. Parrebbe tutta satira un po’ goliardica, un falso alla maniera dell’indimenticato Male di Pino Zac o del Cuore di Michele Serra nell’Italia della Prima Repubblica – e inaudito per un giornale come il Boston Globe – se non fosse per un dettaglio allarmante: Premio Nobel a parte, le notizie finte sparate dal quotidiano celebrato nel film inchiesta sulla pedofilia nella Diocesi di Boston, Spotlight, sono vere, e se non proprio vere, perfettamente verosimili. La deportazione in massa di 12 milioni di clandestini, l’ordine sfacciatamente illegale di uccidere le famiglie dei sospetti jihadisti, la guerra commerciale contro Cina, Messico, Giappone ed Europa, le fanfaronate sulla Grande Muraglia costruita e pagata con i soldi dei messicani non sono boutade, sono le promesse formali fatte da Trump in campagna elettorale. «Non abbiamo inventato niente» ha spiegato la direttrice delle pagine editoriali del Globe, «abbiamo usato Trump contro Trump».
Questo, sparato sulla prima pagina del Globe sarebbe il mondo secondo “The Donald”. Parola di Trump.