La Gazzetta dello Sport, 11 aprile 2016
Ieri, sui siti, si vedevano due belle foto del presidente Mattarella. In una alzava sorridendo un calice di vino rosso e insieme con lui lo alzava, sorridendo a sua volta, il presidente del Veneto, il leghista Luca Zaia

Ieri, sui siti, si vedevano due belle foto del presidente Mattarella. In una alzava sorridendo un calice di vino rosso e insieme con lui lo alzava, sorridendo a sua volta, il presidente del Veneto, il leghista Luca Zaia. In un’altra, altro sorriso e altro calice di vino, stavolta bianco. Anche qui gli sorrideva accanto il leghista Luca Zaia. Sottolineiamo la parola «leghista» perché alle due foto corrispondeva una dichiarazione dello stesso Mattarella, resa con tutta evidenza davanti a Luca Zaia, in cui leggevamo: «Il destino dell’Italia sia legato al superamento delle frontiere e non al loro ripristino». Zaia, apparentemente, non ha battuto ciglio. Il capo della Lega, Matteo Salvini, invece s’è arrabbiato di brutto. «È come dire avanti tutti, in Italia può entrare chiunque... Se lo ha detto da sobrio, un solo commento: complice e venduto». È seguita la prevedibile valanga di improperi politici da parte di destra e sinistra, cominciando da Cicchitto e finendo a Luigi Zanda.
• Ed era pure domenica. I politici, voglio dire, non tirano mai il fiato. Come mai Zaia gliel’ha fatta passare liscia?
Mattarella non parlava dei confini riferendosi ai migranti, ma dei confini riferendosi al nostro export di vino. Era il discorso inaugurale d’apertura di Vinitaly, l’importantissima fiera del vino che è cominciata ieri nell’apposito falansterio appena fuori da Verona (ingresso 80 euro). La frase completa del presidente è: «Da prodotto antico a chiave di modernità, il vino italiano, col suo successo nell’export, conferma come il destino dell’Italia sia legato al superamento delle frontiere e non al loro ripristino». Un minimo riferimento ai confini politici c’è, ma insomma, una volta tanto Salvini poteva far finta di niente, come ha fatto Zaia. Invece, quando gli hanno spiegato l’equivoco (a Porto Recanati, dove aveva appena concluso un comizio), ha insistito. «La mia non è una frase contro Mattarella: io difendo il diritto dell’Italia e degli italiani. Il presidente non può invitare i clandestini di tutto il mondo a venire in Italia. Quanto al Vinitaly, ci sono stato anche io, si beve tanto e bene».
• Astraiamoci dal Vinitaly, e chiediamoci: il presidente potrebbe pronunciare una frase simile riferendosi ai migranti?
Forse no. Chi lo sa. L’articolo 87 della Costituzione precisa che il Presidente della Repubblica rappresenta l’unità nazionale, è possibile che l’apertura o la chiusura dei confini abbia a che vedere con l’unità nazionale (che però il Capo dello Stato si limita a «rappresentare»). L’articolo 89, stabilendo che nessun atto del Capo dello Stato è valido se non è controfirmato «dai ministri proponenti» conferma i limiti forti in cui i padri hanno inteso rinchiudere il capo dello Stato. Tanto più che (articolo 90) il presidente «non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni». Quindi mi parrebbe che, stando alla lettera del testo, non potrebbe fare dichiarazioni tanto politiche. Senonché, da Pertini in poi, queste prudenze istituzionali sono state picconate a tutta forza, e l’ultimo prima di Mattarella, cioè Napolitano, di questi limiti ha fatto del tutto strame. Mattarella mi pare avere scelto la strada che fu tipica dei presidenti fino a Giovanni Leone. Solo discorsi ufficiali, scrupolosa applicazione di un grigiore che, oggi come oggi, fa bene a un Paese che si dilania ogni giorno sulle parole e, piuttosto di frequente, sulle fesserie.
• Salvini, da attacchi come quello di ieri, ha davvero da guadagnare?
Forse sì. Il IX Rapporto sulla Sicurezza in Europa, presentato il mese scorso e costruito sulla base di sondaggi effettuati in cinque paesi, mostra che i sostenitori del trattato di Schengen, quello che consente la libera circolazione delle persone tra i paesi aderenti, sono appena il 13% degli italiani (hanno più sfiducia di noi solo i francesi, che stanno sotto il 10). Il 60% degli intervistati approva poi senz’altro il ripristino dei controlli ai confini. Suddividendo le risposte per partiti, l’approvazione dei leghisti e dei grillini alla chiusura delle frontiere risulta larghissima. Quindi Salvini, che abbia torto o ragione, quando non perde occasione per far propaganda contro i migranti e contro la Ue sa quello che fa.
• È vero che esportiamo tutto questo vino?
Il ministro Martina, nel suo discorso, ha fornito i dati. «Abbiamo un comparto che vale oltre 14 miliardi di euro, nel 2015 abbiamo raggiunto i 5,4 miliardi di euro di export e siamo tornati ad essere i primi al mondo per quantità di produzione. Negli ultimi 10 anni abbiamo dimezzato il divario dalla Francia e negli Stati Uniti vendiamo più di tutti».
• Siamo un popolo di ubriaconi.
No, la Coldiretti scrive che in 50 anni i nostri consumi di vino si sono ridotti di un terzo. Nonostante le 10 mila aziende, le 1.300 cantine, i 72.300 ettari coltivati e il 22% di tutti i vigneti del mondo coltivati con metodo biologico.