Corriere della Sera, 10 aprile 2016
Il Papa alle prese con trans e prostitute
Nuovo gesto di abbraccio ai tribolati da parte di Francesco, in linea con le aperture del documento sulla «Gioia di amare» pubblicato venerdì: ieri ha incontrato in Piazza San Pietro (al margine di un’udienza «giubilare») un gruppo di 50 donne e transessuali, provenienti da dieci Paesi, che hanno conosciuto l’esperienza della prostituzione e della tratta. Papa Bergoglio, scrive l’Osservatore Romano, ha avuto con loro un «significativo abbraccio» per incoraggiarli nell’impegno a «ritrovare una vita libera». Venivano da Reggio Emilia ed erano guidati dall’associazione Rabbuni (Maestro), diretta da don Daniele Simonazzi. Mercoledì, sempre a San Pietro, Francesco aveva incontrato 85 divorziati risposati appartenenti all’associazione di Fossano «L’anello perduto». Paolo Tassinari, coordinatore del gruppo ha riferito alcune parole dette loro dal Papa: «Bravi, continuate così. Leggete Amoris laetitia (la gioia dell’amore: l’esortazione pubblicata ieri) e seguitela». L’esortazione è infatti una magna charta per l’incontro della Chiesa con ogni esperienza di amore: sia quello felice sia quello tribolato e irregolare. Un testo (dice il Papa stesso) che si ispira alla «logica della misericordia pastorale», che mira a «integrare tutti» nella vita della Chiesa. È in forza di questo criterio che Francesco ha rivolto (nel suo documento) parole di accoglienza ai battezzati che vivono in una seconda unione: «Devono essere integrati e non esclusi». In «certi casi», ha scritto il Papa nel documento, possono essere ammessi ai sacramenti. C’è chi vi vede un mutamento della dottrina sul matrimonio, ma il Papa non la pensa così. In una lettera ai vescovi di tutto il mondo, inviata qualche giorno addietro dal segretario del Sinodo, il cardinale Baldisseri, così è presentata l’intenzione di Francesco: «Scopo del testo non è cambiare la dottrina ma ricontestualizzarla al servizio della missione pastorale della Chiesa. La dottrina va interpretata in relazione al cuore del kerygma cristiano (cioè del messaggio evangelico, ndr) e alla luce del contesto pastorale in cui verrà applicata, sempre ricordando che la suprema legge dev’essere la salute delle anime». La «ricontestualizzazione» di un’affermazione dottrinale è un concetto noto al dibattito teologico cattolico. Si tratta (per dirla con Hans Urs Von Balthasar, teologo svizzero fatto cardinale da Wojtyla) di «integrare in una totalità più grande un’affermazione dottrinale già definita» (Il complesso antiromano, 1974). Von Balthasar parlava di «nuova contestualizzazione» a proposito della dottrina della collegialità, intesa come «una totalità più grande» all’interno della quale comprendere il dogma dell’infallibilità del Papa. Ora Francesco ci invita a rileggere l’indissolubilità del matrimonio nel contesto più ampio della dottrina della misericordia come «architrave che sorregge la vita della Chiesa» e che può e deve raggiungere tutti e ognuno «in qualunque situazione si trovi».