Corriere della Sera, 10 aprile 2016
L’arcivescovo di Canterbury ha scoperto chi era suo padre grazie al test del Dna. E ha avuto una grossa sorpresa
Nel ristretto circolo dei collaboratori di Churchill si consumavano amori e tradimenti. Sir Anthony Montague Browne, il segretario più fidato di sir Winston, era un bell’uomo, sposato e con una figlia, ma molto portato alle scappatelle. E Jane Portal era una giovane e attraente ragazza, promessa sposa di Gavin Welby al quale poi effettivamente si unirà in un matrimonio difficile, concluso malissimo. Il papà, un politico conservatore, l’aveva aiutata a entrare nello staff del grande leader britannico.
La passione di una notte. E fu concepito colui che da due anni è l’arcivescovo di Canterbury. Un segreto che tale è rimasto dal 6 gennaio 1956, il giorno della nascita di Justin Welby, la massima autorità spirituale della comunione protestante anglosassone, fino all’ultima Pasqua quando i test del Dna hanno riscritto la storia di due famiglie, due famiglie non qualsiasi.
Non la sapeva Justin Welby di essere il frutto di una relazione antica, intensa ma passeggera. Non lo sapeva neppure Jane Portal, la mamma (oggi Lady Williams, risposata con un banchiere) che scrive al Daily Telegraph di avere avuto con sir Anthony un’infatuazione negli anni Cinquanta, ma di non avere mai dubitato della reale paternità. E non lo sapeva Gavin Welby che, dopo una tribolata relazione matrimoniale con Jane, è morto credendo di essere il papà biologico di Justin.
Qualche pettegolezzo girava da un po’ di tempo nei piani alti dell’aristocrazia di campagna inglese. Ma nulla di più che non fossero discorsetti su quei tradimenti che spesso si concedeva sir Anthony Montague Browne e sulle licenze che si prendeva nel circolo dei consiglieri di Churchill. Aveva una moglie, ma era stato l’amante delle segretarie, sia di Jane sia di Shelagh Macklinon, che successivamente avrebbe portato all’altare. Battute e ricordi sul braccio destro di sir Winston, deceduto nel 2013 appena prima che Justin, il suo Justin, venisse eletto arcivescovo di Canterbury.
E proprio Shelagh, amica di Jane, è stata di recente a mettere la pulce nell’orecchio a Charles Moore, ex direttore del Daily Telegraph. Non aveva prove ma qualche confessione del marito. «Ho una figlia dal primo matrimonio e forse un figlio, un giorno saprai chi è». Charles Moore ha raccolto quello che c’era da raccogliere, ha interrogato, ha scavato. E da ultimo ha compiuto il passo più delicato chiedendo a Justin Welby, l’Arcivescovo, udienza privata.
Justin Welby è un teologo raffinato con cinque figli, infanzia dura per via delle tempestose relazioni fra la mamma e il papà presunto (entrambi alcolisti), ma studi a Eton e Cambridge. Tollerante e carismatico. Non ha battuto ciglio quando Charles Moore gli ha riferito la sua indagine che portava al vero padre biologico e ha acconsentito a sottoporsi ai test del Dna. Non è un passaggio indifferente per uomo di sessant’anni, guida della comunità anglicana, secondo alla Regina. Eppure Justin Welby ha voluto capire e scoprire chi fosse davvero il suo genitore.
Esami incrociati. La seconda moglie, Shelagh, di sir Anthony ha consegnato a Charles Moore una spazzola con i capelli dell’ex consigliere di Churchill. L’arcivescovo di Canterbury ha usato i tamponi per la saliva. E nella settimana di Pasqua il risultato: Justin Welby è figlio di sir Anthony Montague Browne, non di Gavin Welby. Il suo commento: «Scoprire che tuo padre è un altro non è così inusuale». Sereno dinanzi al segreto svelato. «Nella vita si conosce di peggio». Milioni di anglicani (e non solo) si inchinano.