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 2016  aprile 09 Sabato calendario

«La famiglia Berlusconi non uscirà dal mondo delle televisioni» assicura Pier Silvio

L’alleanza che porta per la prima volta un socio industriale nel regno tv berlusconiano è ufficiale da pochi minuti quando Pier Silvio Berlusconi, vice presidente e ad del gruppo, compare sulla porta d’ingresso del quartier generale di Cologno Monzese sfoderando un sorriso convinto. Soddisfatto? «Molto – risponde il secondogenito dell’ex premier -. È una scelta strategica che abbiamo cercato, la migliore possibile».
Qualcuno l’ha definita una giornata storica, ripensando a quello che le tv hanno rappresentato (e rappresentano) nella parabola umana e politica di Silvio Berlusconi. Ma l’intesa, assicura il figlio, non prelude a un disimpegno della famiglia nel mondo della televisione: «Assolutamente no. L’intesa con Vivendi è un patto per lo sviluppo e il nome Berlusconi continuerà a essere protagonista nei media. Abbiamo la volontà di continuare a investire, come è stato fatto ancora recentemente per le radio e i libri con l’operazione Mondadori-Rcs. Oggi c’è bisogno di fare massa critica per poter essere competitivi e grazie a questa alleanza Mediaset diventa il secondo azionista privato della più grande media company europea». Il vice presidente di Mediaset rivendica un ruolo di regista nell’intesa: «La trattativa è partita da me, lo dico con soddisfazione, e l’ho condotta con Vincent Bolloré. Mio padre lo ha incontrato un paio di volte nell’ultimo anno e mezzo, sono amici. Ha condiviso l’operazione, ma non ne è stato il maker. Voglio però ringraziare Tarak Ben Ammar (consigliere di Vivendi e amico di lunga data di Berlusconi, ndr), ci ha aiutati molto a condividere lo spirito del progetto». E il via libera del governo? Ha incontrato lei Renzi? Pier Silvio Berlusconi sorride, non vuol rispondere e solo dopo alcune insistenze concede una battuta: «È il mercato, che doveva dire?».
Grazie alle nozze con Vivendi, cui passa la parte calcio della pay tv di Premium, Mediaset cambia pelle e si concentrerà sui canali free. Cosa cambierà per Canale 5, Italia 1 e Retequattro? «Dedicheremo più risorse. Uno dei punti forti dell’accordo prevede che con Vivendi faremo produzioni da destinare alle tv di più Paesi europei. Perché i contenuti sono importanti, certo, ma è decisiva la distribuzione, avere la forza necessaria per far passare i tuoi contenuti. E con le tv che Mediaset e Vivendi sommano, dalla Francia alla Spagna all’Italia, non ci sono altri in Europa con la stessa forza». Avete già deciso da quali produzioni tv partire? «Non c’è un progetto definito, penso che il terreno più fertile sia quello delle fiction. La serie che abbiamo realizzato sul Papa è forse l’esempio migliore di ciò che potremmo fare insieme».
Sulle prospettive dell’accordo, Pier Silvio Berlusconi non ha dubbi: «La durata? Forever. Abbiamo siglato un’intesa assoluta, decisi a lavorare insieme per creare valore. Per ragioni tecniche non entro nel consiglio di Vivendi, ma non escludo avvenga in futuro». Idee chiare pure sugli obiettivi – anche personali – da raggiungere a lungo termine: «Mi piacerebbe creare un polo europeo di televisioni free. Oggi è questa la tendenza, creare conglomerati. Succede per le pay tv, non per i canali gratuiti. Ecco, una Mediaset capace di aggregare altre tv, in Francia, in Germania, in Inghilterra, è la mia ambizione, ma niente per ora di concreto».
Sulla pay tv di Mediaset, Berlusconi jr conferma che c’era stata anche una trattativa con Sky: «Abbiamo ricevuto un’offerta, ma questa è un’opportunità molto migliore. Sky avrà un concorrente forte e questo sarà di beneficio anche per l’Italia». E a chi ricorda i conti sempre in rosso di Premium, la replica è immediata: «Viviamo Mediaset Premium come un successo. Non c’è pay tv al mondo che in sei mesi sia cresciuta di 300 mila abbonati e di fronte a costi per 200 milioni tra Champions e Serie A nel semestre, il disavanzo di 84 milioni a fine anno lo definisco un miracolo».
Il nuovo polo europeo della tv avrà un tassello importante anche nei contenuti da diffondere attraverso Internet. La sfida qui si gioca con Netflix e Amazon: «Non li considero nemici e non mi fanno paura – spiega l’ad del Biscione -. Non ho mai pensato “Oddio, arriva Netflix” e, anzi, il suo successo in Europa è ancora tutto da dimostrare. So invece che oggi noi abbiamo la forza per giocare su questo mercato globale da protagonisti». Internet vuol dire banda larga e il discorso porta a Telecom, di cui Vivendi è primo azionista. L’accordo diventerà a tre? «No – è la conclusione – non abbiamo parlato di questa possibilità e non è sul tavolo».