Il Sole 24 Ore, 9 aprile 2016
È fatta l’alleanza Mediaset-Vivendi. Nasce il nuovo polo tv europeo
Una grande alleanza europea tra Vivendi e Mediaset per contrastare la Sky di Rupert Murdoch nel settore della pay tv e l’americana Netflix di Reed Hastings nel business dei contenuti. È stato ufficializzato l’accordo tra il colosso francese guidato da Arnaud de Puyfontaine e il gruppo di Cologno Monzese della famiglia Berlusconi: un’intesa ad ampio raggio, sia azionaria sia industriale.
Secondo il piano siglato, il 3,5% del capitale di Vivendi (con un valore di circa 870 milioni di euro) sarà scambiato con il 3,5% del capitale di Mediaset (valorizzato circa 150 milioni) e con il 100% del capitale di Mediaset Premium.
La piattaforma pay tv italiana sarebbe stata valutata poco meno di 800 milioni. La differenza di capitalizzazione tra Vivendi e Mediaset, poco meno di 700 milioni, servirà a rilevare l’89% di Premium in mano a Mediaset. Per arrivare all’esito finale, saranno necessari due passaggi con il coinvolgimento sia di Mediaset spa sia della controllata Rti (cioè la società che detiene l’89% di Premium): in primo luogo Mediaset cederà a Vivendi azioni proprie pari al 3,5% ottenendo in cambio dai francesi azioni Vivendi pari allo 0,54% del capitale. Allo stesso tempo Rti cederà il 100% di Premium ottenendo in cambio azioni di Vivendi pari al 2,96% del gruppo francese.
Nell’ambito dell’intesa è inoltre prevista la cessione dell’11% di Premium detenuta dalla spagnola Telefonica: Rti potrà infatti esercitare un diritto di trascinamento facendo in modo che anche gli spagnoli cedano la quota a un valore che dovrebbe all’incirca essere superiore ai 100 milioni di euro.
Continua pagina 27 Carlo Festa Continua da pagina 25 L’accordo, raggiunto con l’assistenza legale del team di avvocati dello studio Chiomenti guidati da Luca Fossati e quelli di Carnelutti guidati da Nicolò Bastianini, dovrebbe essere finalizzato entro il prossimo 30 settembre.
Nei patti sono inoltre state sottoscritte delle clausole da rispettare nei prossimi anni. In pratica, dei paletti che i francesi dovranno osservare.Vivendi, Mediaset e Rti sottoscriveranno infatti un accordo di lock up di tre anni.
In particolare Vivendi e Fininvest alla data del closing sottoscriveranno un patto parasociale di stabilità: nel primo anno Vivendi non potrà effettuare alcun acquisto di azioni Mediaset. Nel secondo e terzo anno non potrà possedere una partecipazione complessiva superiore al 5 per cento.
Il patto Mediaset-Vivendi ha avuto luce negli ultimi sei mesi dopo alcuni incontri tra la famiglia Bollorè e quella Berlusconi tra Milano e Parigi. Studiato e promosso dall’imprenditore franco-tunisino Tarak Ben Ammar, molto vicino sia a Silvio Berlusconi e al figlio Pier Silvio, sia all’azionista di riferimento di Vivendi Vincent Bollorè, l’accordo industriale servirà a contrastare gli operatori globali che ormai si stanno muovendo in Europa sia nel settore dei contenuti sia in quello delle pay tv: come Netflix, il gruppo americano che da distributore tramite una piattaforma su Internet è diventato produttore di contenuti, fino a Sky, il colosso del magnate australiano Rupert Murdoch che ha unito alcuni mesi fa tutte le sue tv a pagamento in Europa.
Alcuni mesi fa i manager di Vivendi e Pier Silvio Berlusconi hanno così incaricato Tarak Ben Ammar, che conosce i grandi registi (da George Lucas a Steven Spielberg avendo partecipato alla produzione di Guerre Stellari) e le major di Hollywood (Universal, Fox, Sony), di fare fronte comune contro Netflix.
Dopo mesi di discussioni, con il coinvolgimento dei top manager dei due gruppi e degli azionisti, è dunque stato concretizzato un progetto industriale su tre livelli: contenuti, distribuzione degli stessi e pay tv.
In primo luogo, verrà creata una nuova major europea per la creazione di contenuti su scala internazionale, che saranno valorizzati dalla distribuzione sulle reti tv dei due gruppi in Italia, Francia e Spagna.
In secondo luogo, verrà lanciata la prima piattaforma pan-europea di streaming di contenuti on demand. Le properties online dei due gruppi in Italia, Francia, Spagna e Germania (come Infinity e Watchever) sono destinate a confluire in un unico progetto.Obiettivo della nuova piattaforma è distribuire anche produzioni originali. Il progetto prevede, inoltre, ulteriori sviluppi in Paesi in cui oggi le due società non sono presenti.
Infine c’è l’accordo sulla pay tv. Premium confluirà nel gruppo Vivendi, arricchendo un network globale di pay tv che ha già basi in Francia, Polonia, Africa, America Centrale, Estremo Oriente. Il colosso francese porterà il numero degli abbonati complessivi a più di 13 milioni, in un mercato italiano che offre importanti prospettive di crescita. Contemporaneamente Mediaset proseguirà la sua attività di editore di canali e contenuti on demand per Premium su tutte le piattaforme.
«Questo investimento dimostra una volta di più il nostro impegno e i nostri stretti legami con l’Italia: la conferma della nostra strategia di creare un gruppo paneuropeo leader nel settore media e nella produzione di contenuti» ha spiegato il presidente del consiglio direttivo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine.
«Le trattative – non ho problemi a dirlo, anzi è una nota di soddisfazione personale – sono partite da me in rapporti con Vincent Bollorè» ha spiegato l’Ad e vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, aggiungendo che «l’offerta di Vivendi è stata scelta in quanto molto, molto migliore rispetto all’altra ricevuta da Mediaset, ossia da parte di Sky». È probabile che Pier Silvio Berlusconi e de Puyfontaine entreranno nei prossimi mesi, a suggello dello scambio azionario, nei Cda di Vivendi e Mediaset.