ItaliaOggi, 8 aprile 2016
Breve storia dell’Aids dal 1920 a oggi
Capire come il virus Hiv, Sida (sindrome da immunodeficienza acquisita) abbia lasciato l’Africa, in particolare la foresta del Congo, nei pressi della capitale Kinshasa, intorno al 1920, sarà d’aiuto a combattere nuovi virus emergenti.
Il primo caso di Sida è apparso all’inizio del 1980 e nasce il mistero del virus che si propaga e che nessuno vede. Una epidemia invisibile. Il documentario Sida, sulla pista africana, trasmesso sul canale francese France 5, ricostruisce l’incredibile storia del virus dell’immunodeficienza umana. Un’odissea tragica cominciata molti anni fa ai confini del Cameroun ma che per almeno cinquant’anni nessuno ha visto, anche perché morire di denutrizione o di infezione in Africa non ha nulla di eccezionale. Un medico francese, nel periodo coloniale, Leon Pales, nel 1931 ha moltiplicato le autopsie per capire di che cosa morivano così tanti operai (17 mila morti fra il 1921 e il 1934) che stavano costruendo la ferrovia Brazzaville-porto Pointe-Noire: 551 chilometri attraverso la foresta di Mayombe. Ma non ha trovato nessuno degli agenti patogeni abituali. Recentemente, il figlio di un medico che era stato in servizio nel Congo belga all’epoca coloniale, un ricercatore dell’Ird di Montpellier, ha ricevuto una serie di biopsie effettuate in quell’epoca grazie alle quali, con l’ausilio di tecniche molecolari, ha potuto individuare la presenza del virus Hiv1. Dunque vent’anni prima il primo caso zero in Occidente, nell’Africa centrale si era già verificata una epidemia.
Dunque, grazie alla biologia molecolare i ricercatori hanno potuto seguire le tracce del virus, scoprendo così che già nel 1959 e nel 1960, rispettivamente a Brazzaville e a Kinshasa (città separate dal fiume Congo) c’era il virus dell’Hiv1. Due prove per capire che doveva esistere un ceppo comune intorno al 1920. A quell’epoca, un virus similare, Sivcpz sarebbe stato trasmesso dallo scimpanzé all’uomo. Martine Peeters, che ha scoperto i virus discendenti dal Sivcpz alla fine degli anni 1980 in Gabon, è riuscito anche a individuarne la fonte nell’estremo sud-est del Cameroun, in una zona di circa 200 mila chilometri quadrati. La caccia e la diminuzione di scimpanzé portatori del virus in questa regione isolata non hanno permesso che il virus si diffondesse. È stato solo dopo la metà del XX secolo, con l’urbanizzazione e il miglioramento dei trasporti, con la costruzione della ferrovia, che si sono create le condizioni per la diffusione dell’epidemia in Africa. Ma perché ne fosse toccato l’Occidente ci è voluto un elemento supplementare. Haiti. Il virus è passato da lì prima di arrivare in America e in Europa, quando migliaia di insegnanti haitiani sono andati in Congo, per l’indipendenza del paese, nel quadro di un programma dell’Unesco. Ed è stato così che tornando a casa hanno portato il virus dell’Hiv. Lì ad Haiti molto omosessuali americani che vi si recavano negli anni 1970, da New York e San Francisco, sono stati contaminati. E inoltre, a quell’epoca gli Stati Uniti importavano anche migliaia