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 2016  aprile 08 Venerdì calendario

Come procede la vicenda dei bond da risarcire?

Vicini alla conclusione i confronti del Governo con Bruxelles per una disciplina diversa da quella fin qui prevista, ma non attuata, dei ristori per gli obbligazionisti subordinati delle quattro banche salvate: qualcuno ipotizza decisioni già per questo fine-settimana. Verrebbe meno, dunque, il barocco impianto fondato sugli arbitrati affidati all’Authority anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone. Si dimostrerebbe anche, pur se dovessero rimanere in piedi le procedure di arbitrato per i casi non frequenti, che la scelta dell’Anac con l’attribuzione solo a essa dei pieni poteri sulla materia era errata, anche perché è stata necessaria una serie di continue riunioni al Tesoro con la partecipazione di questa Autorità, della Banca d’Italia e della Consob. Un allargamento che si è rivelato ineludibile, varrà come esperienza per il futuro. Si confermerebbero, comunque, non solo le difficoltà di far funzionare una tale architettura ma anche la sua non rispondenza a un’esigenza di sostanziale riparazione delle irregolarità, formali e no, commesse dalle banche nel collocamento delle obbligazioni subordinate. Si escluderebbero, però, dai ristori le obbligazioni acquistate sul mercato secondario. Sarà importante, però, verificare se l’asticella dei ristori si fermerà ai 100 mila euro e se gli interventi restaurativi riguarderanno solo i risparmiatori retail. Il superamento della scelta arbitrale fondata sull’esame caso per caso fa sorgere l’interrogativo se il nuovo sistema prevederà specifiche categorie di irregolarità nella vendita dei titoli (il cosiddetto misselling) oppure se, alla fine, considererà indennizzabili le perdite fino a 100 mila euro di risparmiatori individuali nel presupposto che, in considerazione delle informazioni finora acquisite dagli organi di controllo, dei casi venuti alla luce e delle iniziative dell’autorità giudiziaria in corso, sussiste la fondata presunzione di una generalità di violazioni della correttezza, della trasparenza e diligenza, nelle transazioni da parte degli istituti. Le categorie comporterebbero, comunque, un lavoro analitico delle singole fattispecie; la soluzione di carattere generale supererebbe questo lavoro, ma si dovrebbe chiarire il giorno da cui decorrono gli acquisti per poter essere ammessi ai ristori. Inutile dire che l’opzione generalizzata sarebbe quella da preferire. La Commissione Ue concorderà? O vedrà in essa lo spettro della violazione delle norme sul bail-in e sul divieto di aiuti di Stato, che, per la verità, considerate le irregolarità diffuse, sarebbero impropriamente tirare in ballo. Tale evocazione risponderebbe solo all’intento di allungare i tempi dei ristori, affrontando procedure complesse, con evidente aumento dei costi di gestione, rischi di improprie discriminazioni, alimentazione di ulteriori scontenti, in un campo in cui sarebbe quanto mai opportuno imboccare la via per la ricostituzione della fiducia e del consenso. Il mutamento delle procedure comporterà l’esigenza di aumentare il fondo previsto per i rimborsi da 100 a 300 milioni. Ciò potrà avvenire con le eventuali plusvalenze della vendita delle sofferenze da parte della bad bank, oppure con apporti derivanti dalla vendita delle quattro banche per la quale i termini dovrebbero essere spostati dal 30 aprile al 30 settembre. Anche in questo caso, l’occhiuta Commissione potrebbe eccepire l’immancabile aiuto di Stato; ma la volontarietà del conferimento da parte del mondo bancario dovrebbe tamponare questa rituale, ossessiva contestazione. Ma se Bruxelles dovesse continuare con le sue obiezioni, allora sarà opportuno procedere ugualmente per il nuovo sentiero e attendere le eventuali reazioni della Commissione per poi chiamarla in giudizio, che dovrebbe essere la scelta obbligata ogni volta in cui si è consapevoli della fondatezza delle proprie posizioni e dell’infondatezza delle contestazioni.