Corriere della Sera, 8 aprile 2016
Il grande debutto di Schumi Jr, in Formula 4 a 17 anni
«Ciao ragazzi, ci vediamo in pista». L’accento tedesco inconfondibile, gli occhi timidi sfuggono davanti alla telecamera, il viso segnato dall’acne. Sorride nonostante il peso che si porta addosso. Mick Schumacher ha rotto la barriera impermeabile che lo separava dal resto del mondo. Mai una parola, una presenza discreta sui social network, la vita «blindata» fra la villa di Gland, dove il papà campione lotta nel Gp più difficile seguito 24 ore su 24 dalla moglie Corinna, medici e infermieri, e la pista.
Domani e domenica si metterà al volante di una macchina tricolore per il debutto a Misano nel campionato italiano di Formula 4 (prenderà parte anche a quello tedesco). È la palestra che forma i futuri campioni. Dopo una stagione di apprendistato il diciassettenne, figlio del pilota più vincente nella storia della F1, è stato ingaggiato dalla Prema. La scuderia veneta è considerata la «Ferrari delle categorie minori». Da qui sono usciti nomi del calibro di Jacques Villeneuve, Robert Kubica e Valtteri Bottas. Una bella mano economica la dà il magnate americano Lawrence Stroll, 2,4 miliardi di dollari di patrimonio secondo Forbes. Il figlio gareggia in F3 ed è tester della Williams.
Schumi junior è diventato grande troppo in fretta in quel maledetto 29 dicembre 2013, c’era anche lui sulle nevi di Meribel. In silenzio, avvolto da una cortina di privacy sotto gli occhi attenti di mamma Corinna e della fidatissima manager di famiglia, Sabine Kehm, ha continuato a coltivare il suo sogno: correre. In nome del padre forse, anche se un cognome così è un macigno. E quando vai al circuito gli altri baby piloti che sognano di imitare Hamilton e Vettel fanno bravate con i motorini, tu te ne stai rintanato a evitare «intrusioni». Vetri scuri sull’auto che ti porta, un cordone di protezione a tagliarti fuori dall’adolescenza.
I tre minuti in video registrati insieme ai coetanei che lo accompagneranno in quest’avventura – Juri Vips e Juan Manuel Correa – devono essergli sembrati un’eternità. Mick fra i tre è il «veterano». «Per me è stato tutto chiaro sin dall’inizio: – spiega – mi interessano le corse. Partire con un anno di esperienza è sicuramente un vantaggio in Formula 4». Aspettative? «Dare il massimo, imparare a conoscere il team e le mie possibilità». Di lui nell’ambiente si parla un gran bene: che è determinato, preciso e meticoloso nella messa a punto della vettura. Se poi sarà anche veloce e vincente lo scopriremo presto. Renè Rosin, team manager della Prema per la F4, racconta come è nato il matrimonio: «I test sono andati bene, c’è stata subito armonia. Mick vuole imparare per prepararsi al futuro. Come tutti i ragazzi qui s’impegna al 100% sia dal punto di vista tecnico che sportivo. Lavora molto bene con la squadra. È un ragazzo normale che cerca di intraprendere questa strada con l’obiettivo di diventare un professionista».