Libero, 7 aprile 2016
Uno dei kamikaze di Bruxelles aveva lavorato all’Europarlamento con un’impresa di pulizie
Najim Laachroui, uno dei due terroristi islamici che si è fatto esplodere all’aeroporto di Zaventem provocando decine di morti lo scorso 22 marzo, ha lavorato per due mesi al Parlamento europeo, impiegato da una società esterna nei lavori di pulizia. All’origine dell’ultimo coup de théâtre legato al dossier sugli attentati di Bruxelles vi è l’agenzia di stampa austriaca Apa, che sulla base di informazioni confidenziali provenienti da fonti interne all’istituzione europea ha rivelato che l’artificiere-kamikaze nato in Marocco e cresciuto nel municipio di Schaerbeek ha effettuato due stage presso il parlamento Ue: uno nell’estate del 2009, l’altro nel 2010. «Sette e sei anni fa, uno degli autori degli attacchi terroristici di Bruxelles ha lavorato per un mese per conto di una impresa di pulizie sotto contratto con il Parlamento Europeo», ha indicato Jaume Duch, portavoce dell’istituzione, tramite un comunicato che ha confermato quando diffuso dall’agenzia Apa. All’interno dello stesso, si specifica tuttavia che «come richiesto dal contratto, la società di pulizie ha provato l’assenza di precedenti penali al Parlamento Ue». Il comunicato non ha precisato le generalità dell’attentatore impiegato dalla società di pulizie, ma la stampa belga, in serata, ha confermato che si tratta di Najim Laachraoui, colui che secondo gli inquirenti avrebbe giocato un “ruolo chiave”, assieme a Abdelhamid Abaaoud e a Salah Abdeslam, nelle stragi di Parigi del 13 novembre. L’«allievo modello», «brillante» e «meticoloso», come è stato descritto dalla direttrice dell’Institut de la Sainte-Famille d’Helmet, la scuola cattolica nel quale si è diplomato, aveva cominciato a farsi un nome nella galassia jihadista già nel 2009, lo stesso anno del primo stage al Parlamento Ue. In stretto contatto con il jihadista di Tolosa, Fabien Clain, e Farouk Ben Abbes, sospettato nel 2010 di voler commettere un attentato proprio al Bataclan, Najim fa parte della prima colonna di belgi a fare il jihad in Siria, nel 2013. Scala rapidamente le gerarchie e il suo nome inizia a comparire nelle schede dei servizi segreti di mezzo mondo: il 18 marzo 2014, un mandato di arresto internazionle è emesso contro di lui. Il 9 settembre 2015, due mesi prima della mattanza del Bataclan, era stato controllato sotto la falsa identità di Soufiane Kayal, assieme a Salah Abdeslam, figura chiave degli attentati di Parigi, e Mohammed Belkaïd, ucciso nel corso del blitz della polizia in un appartamento del comune di Fourest lo scorso 15 marzo. Tracce del suo Dna sono state ritrovate sul materiale esplosivo del Bataclan e dello Stade de France, così come nelle cinture esplosive confezionate a Schaerbeek e utilizzate in seguito dai kamikaze di Parigi. Ora, si viene a sapere che lavorava nel cuore delle istituzioni europee, come i due autisti della ditta che lavo-
rava per il Parlamento Ue, allontantati pochi mesi fa perché sospettati di avere contatti con l’universo jihadista. Infine, secondo il quotidiano austriaco Salzburger Nachrichten, gli impiegati della società di pulizie avrebbero anche accesso agli uffici dei deputati del parlamento Ue, fatto che potrebbe aprire nuovi scenari nelle indagini legate alla figura di Najim Laachoui.