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 2016  aprile 07 Giovedì calendario

Il business delle poesie manoscritte

Grido di allarme in Germania, si legge sempre meno, solo il 50 per cento dei tedeschi acquista almeno dieci libri all’anno. Vista dall’Italia, una paura invidiabile. Da noi oltre metà non acquista neanche un volume all’anno, anzi non ha più sfogliato un libro da quando ha lasciato la scuola.
Ma anche qui gli scrittori faticano a sopravvivere con i diritti di autore, a parte i soliti pochi. Wolf Wondratschek, 73 anni da compiere ad agosto, ha così deciso di mettere all’asta i suoi manoscritti. Ed ha trovato acquirenti disposti a sborsare migliaia di euro per un originale.
Di Wondratschek in italiano è stato tradotto, se non sbaglio, solo un’opera, Autobiografia di un violoncello, pubblicato da Ponte alle Grazie, ma in patria è noto, anche se i suoi libri non hanno mai raggiunto cifre da bestseller, cosa niente affatto negativa. Già l’anno scorso, ha avuto un’idea originale, e ha stabilito un record: il suo Selbstbild mit Ratte, autoritratto con ratto, è stato tra i libri che hanno incassato di più, pur vendendo una sola copia. L’autore ha messo all’asta il manoscritto che ha raggiunto una cifra notevole, benché non sia stata rivelata, ma è stato letto solo dall’unico acquirente.
«È uno dei nostri migliori poeti del dopoguerra», riconosce la Frankfurter Allgemeine, ma le poesie si vendono ancor meno, e fin da giovane, Wondratschek in occasione della Buchmesse, la Fiera del libro di Francoforte, come provocazione si aggirava tra gli stand offrendo i suoi volumetti fatti a mano, per qualche decina di deutsche mark, e poi di euro, mentre gli editori si contendevano i bestseller veri o presunti, a volte ancora da scrivere, per decine di migliaia di dollari. Oppure, pubblicava in tirature da amatore le sue raccolte come For a life without a dentist, per una vita senza dentista, apparso dalla quartus-Verlag, in appena 444 copie firmate. «Ho avuto molti editori, riconosce, e tutti, prima o poi, mi hanno buttato fuori».
Il suo ultimo romanzo Der Geschenk, il dono, nel 2011 ha venduto 10 mila copie: «E i diritti di autore non hanno coperto i 50 mila euro ricevuti d’anticipo, spiega, avrei dovuto io rimborsare la casa editrice». Oggi si scrive al computer e in futuro verranno a mancare i manoscritti con le diverse versioni di un’opera che fanno la gioia degli storici e dei critici, e forniscono materiale inesauribile per le tesi di laurea. Mancano le correzioni, le varianti delle diverse stesure, e mancano le lettere degli autori.
Wondratschek ha messo all’asta i suoi originali, rigorosamente a mano. Li ha esposti in una mostra a Berlino, Bin in einer Stunde zurück, sono di ritorno in un’ora, allestita nel suo appartamento di due stanze. Ha avuto successo, di curiosi e di clienti. Ha venduto un’unica poesia, incorniciata come un quadro, per 9.800 euro, un prezzo che nessun editore sarebbe disposto a pagare d’anticipo per una raccolta di liriche neanche a un premio Nobel.
Naturalmente, c’è il divieto assoluto di copiare i versi, e di pubblicarli, altrimenti perderebbe di valore l’originale. Potrebbe essere l’inizio di una nuova moda. Wondratschek è tedesco, se fosse americano e vivesse a New York o a San Francisco, avrebbe avuto già uno stuolo di imitatori.