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 2016  aprile 07 Giovedì calendario

La moda per ciccione va fortissimo sul web

Se da taglie forti si è passati a parlare di una vera e propria moda curvy un motivo ci sarà. Non è solo una questione puramente lessicale, un modo per far sentire a proprio agio le donne con le curve al posto giusto o con qualche chilo in più. Se quegli articoli che fino a poco tempo fa finivano relegati all’ultima pagina del catalogo o nell’angolo più nascosto del negozio hanno conquistato le copertine delle riviste di moda, è perché gli abiti per le donne più formose sono diventati una tendenza, una realtà del mercato, un prodotto su cui investire.
Candice Huffine, prima modella curvy protagonista di un calendario Pirelli nel 2015, parla di «una nuova era della moda, dove vengono accettati e apprezzati tutti i diversi tipi di persone».
Se la rivoluzione del fashion system si può dire iniziata, di certo non si può affermare che sia conclusa.
Le grandi taglie restano confinate ai margini della moda, lontane dagli standard degli stilisti più affermati, segnando però un importante divario tra la donna nella vita reale e le sue necessità di abbigliamento, e quella più astratta che si vede sfilare sulle passerelle internazionali. Si tratta di un divario culturale, come evidenzia Benoit Heilbrunn, professore dell’Ecole supérieure de commerce di Parigi e all’Institut francais de la mode. «Il mercato della moda è strutturato su un’ideologia che oppone molto chiaramente la bellezza naturale e quella culturale. Quest’ultima è fondata sull’idea che esistono delle misure ideali che i grandi marchi vanno a incarnare con delle muse. La bellezza naturale implica che tutte le donne sono belle anche se non ne hanno la conoscenza».
Per avere un’idea del divario che c’è tra la moda delle sfilate e la vita reale, basti pensare che negli Stati Uniti la taglia media femminile era la 40 nel 1960 mentre oggi è la 46; in Francia, invece, si è passati dalla 38 degli anni Settanta alla 40-42 di oggi. Tutto questo ha anche un riflesso economico da non trascurare. Secondo il centro di ricerca americano Npd Group il mercato della moda curvy, dalla taglia 44 in su per intenderci, nel 2014 valeva 17 miliardi di euro (per una crescita del 5% rispetto all’anno precedente). «Questo segmento di mercato sta vedendo la luce in fondo al tunnel dopo essere stato colpito particolarmente dalla crisi», afferma Marshal Cohen, analista di Npd. «Gli operatori della moda stanno guardando a questo settore come un’opportunità di crescita».
Le vendite sono aumentate soprattutto sul canale dell’e-commerce e delle catene. Molte insegne, infatti, stanno proponendo settori dedicati alle taglie forti. Non vale lo stesso discorso per i grandi marchi della moda, che «tendono a cacciare le formose dalle boutique», spiega il professor Heilbrunn. «L’idea è quella di opporre un rifiuto simbolico alle persone che potrebbero intaccare l’immagine del cliente ideale di queste griffe».