Corriere della Sera, 7 aprile 2016
La scuola, la droga e le regole. Segue dibattito
«Nessuno è a favore della droga a scuola». Ma «non serviva un blitz stile commando, davanti a minorenni con gli agenti che urlano il nome dei ragazzi e li perquisiscono in cortile». E poi, «non si risolve così il problema droga a scuola, perché passata la paura, tutto ricomincia come prima». Dopo le parole al Corriere della preside del liceo Virgilio di Roma Irene Baldriga, interviene il papà di una studentessa 14enne dell’istituto dove due settimane fa a ricreazione sono arrivati i carabinieri e hanno arrestato un 19enne mentre vendeva hashish. «Preside del tutto inadeguata», dice il genitore. Ma non è l’unico a contestarla. In tanti hanno voluto rispondere allo sfogo della dirigente che ha accusato alcuni genitori di aver capeggiato la rivolta degli studenti contro l’arresto. «Mi sono sentito offeso e turbato – dice Roberto Caracciolo, presidente del comitato genitori —: ero a scuola e non ho aizzato nessuno, e non è vero che difendiamo la droga, siamo imbufaliti, non vogliamo neanche le sigarette in cortile, ma la preside vuole il muro contro muro e neanche ci riceve». Enzo Borsellino, altro papà, appoggia la Baldriga «senza se e senza ma: serve tolleranza zero contro la droga e collaborazione di tutti». E chiede «un intervento strutturale al ministero dell’Istruzione con fondi e personale ad hoc, perché la droga è un problema di tutte le scuole». Il Miur per ora tace. Intanto stamattina prof e genitori saranno davanti al liceo portando un «caffè solidale» alla preside.
Claudia Voltattorni
La presidente
«Ben vengano le forze dell’ordine»
Personalmente sono allibita dalla reazione di alcuni genitori. Il problema del fumo a scuola (non solo di sigarette) era noto da tanto tempo, da molto prima che arrivasse la preside Baldriga. Non a caso, sin dall’inizio del suo incarico al Virgilio, ha impiegato molte energie in progetti di prevenzione e informazione con incontri per ragazzi e genitori con professori, medici, psicologi, associazioni. Purtroppo però lo spaccio e l’uso di stupefacenti erano una pratica assai radicata e si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine, a seguito anche di numerose segnalazioni da parte di genitori preoccupati. Tutto ciò mette in evidenza un problema sociale ben più grande e complesso: la difficoltà di molti genitori nello svolgere il proprio ruolo con responsabilità e senso civico, dimenticandosi di insegnare ai propri figli l’importanza del rispetto di se stessi, degli altri e delle regole della società.
Chiara Matteucci
presidente del Consiglio d’istituto
La rappresentante
«Noi non siamo conniventi»
I genitori del Virgilio che io rappresento al Consiglio d’Istituto si dissociano dall’immagine di genitori conniventi di atti illeciti che avrebbero luogo nella scuola. Partecipiamo al Comitato dei genitori e non abbiamo mai sentito nessuno che difendeva il consumo di droga, il fumo nella scuola, nessuno ha affermato che deve essere uno spazio franco. Ci siamo, invece, confrontati sulle metodologie più efficaci e stiamo riflettendo su quello che è successo e come si sarebbe potuto evitare. La scuola e le famiglie devono lavorare per creare relazioni di fiducia con gli studenti, aiutare a rialzarsi quando cadono, trovare insieme ai ragazzi le strade per dire no ad ogni dipendenza che ti rende schiavo. Consideran-do gli studenti dei cittadini e non dei sudditi. Le famiglie non vanno viste come nemici, ma come risorse per la scuola. È importante non fomentare i conflitti tra buoni e cattivi genitori o studenti.
Francesca Valenza
rappresentante al Consiglio d’Istituto
L’allievo
«Ma l’arresto è stato giusto»
Il problema del fumo esiste da molto tempo al Virgilio. Non intendo espri-mere opinioni moraliste in merito. Mi limito a dire che la legge deve essere rispet-tata sempre, perché senza legge l’uomo non può esse-re libero. L’arresto, dunque, non è stato altro che la pu-nizione per aver violato la legge e, come tale, non può essere contestato. Ma non solo: ciò che mi rincresce di più è vedere come tale situazione venga sfruttata da alcuni come pretesto per sfoggiare lamentele e lagnanze nei confronti della preside Baldriga. Preside che in questo caso ha la colpa di aver lasciato che la legge facesse il suo corso. Se questo è un crimine allora ella è colpevole, ma il mondo si è rovesciato. Quanto alla «mancata prevenzione» è inutile che mi dilunghi su quante con-ferenze e incontri sui danni che il fumo provoca mi sia trovato ad ascoltare né par-lerò dei docenti tante volte criticati perché «fanno i ca-ni da guardia in cortile». Mi limito a condannare l’ipo-crisia. O tempora, o mores!
Uno studente
La mamma
«Attenti ai figli, non alla visibilità»
Io, la mattina dell’arresto dello studente spacciatore al liceo Virgilio di Roma, ero a scuola. Ero lì perché ero molto preoccupata: c’erano ragazze in lacrime e una tensione che non nascondeva alcun pericolo. Io c’ero non per oscuri fini o per acquistare visibilità, né per fare politica — come sostiene invece la dirigente scolastica Irene Baldriga — ma per vedere con i miei occhi ciò che stava accadendo nella scuola dove i nostri figli trascorrono molte ore della loro giornata. Vorrei che si correggesse questa immagine di noi genitori, perché se siamo qua è perché teniamo alla scuola e all’educazione e alla formazione dei nostri figli e delle nostre figlie. La visibilità, che invece ci accusa di ricercare la preside Baldriga, non mi sembra interessi a nessuno. Credo anzi che abbiamo tutti molto altro da fare.
Lettera firmata di una mamma inviata al Comitato dei genitori del Virgilio