Corriere della Sera, 7 aprile 2016
Il caso di Hilde, la giornalista di nove anni che fa gli scoop prima e meglio degli adulti
New York Sabato lo «scoop»: «Esclusivo: assassinio sulla Nona Strada». Tempestivamente pubblicato sul suo sito e poi sul giornalino locale che ha creato nella sua cittadina, l’Orange Street News. Al lunedì, però, l’attivissima giornalista multimediale non ha potuto dare un seguito alla sua storia: è dovuta tornare a scuola, terza elementare. Sì perché Hilde Kate Lysiak, la cronista che ha bruciato tutti i media professionali della Pennsylvania raccontando in anteprima un omicidio avvenuto nella cittadina in cui abita, Selinsgrove, ha nove anni. Passionaccia per il giornalismo e le storie di cronaca ereditata dal padre, un ex cronista del Daily News di New York che se la portava dietro quando faceva inchieste nel Bronx, Hilde ha cominciato ad andare a caccia di notizie locali due anni fa. Con l’aiuto del padre, Matthew, e della sorella maggiore, Isabel Rose, 12 anni, che gestisce la parte video e fotografica del sito e della pagina Facebook. Facile sospettare che quello della giornalista-bambina sia un fenomeno costruito a tavolino da genitori col pallino dei figli-prodigio. Ma a Selinsgrove tutti sanno che, anche se sicuramente influenzata da fattori familiari, la passione di Hilde per il giornalismo è autentica. Le sue storie sulle vicende di quartiere sono continue, come le sue inchieste sul vandalismo urbano. La bambina è una presenza costante nel commissariato di polizia e in consiglio comunale.
Le polemiche ci sono, ma di altra natura: dopo l’ultimo «scoop» sono arrivati gli attacchi in Rete di gente che la invita a dedicarsi alle bambole anziché al giornalismo, mentre i genitori vengono accusati di autorizzare un gioco molto pericoloso: una bambina di nove anni non può fare la cronista, tanto più se c’è da raccontare un fatto di sangue con dettagli impressionanti (una donna uccisa a martellate, probabilmente dal marito).
Come succede spesso in Rete, il venticello si trasforma facilmente in uragano: Hilde, la giornalista in erba che stava simpatica a tutti, è diventata improvvisamente un mostro, con l’ex sindaco della città, Sean Christine, che definisce i suoi articoli «sensazionalismo trash». Altri si dicono disgustati da una ragazzina di nove anni che pretende di essere una giornalista e trattano i genitori da criminali.
Lei, però, non si è scoraggiata. Messa la sorella dietro una telecamera, ha letto i messaggi insultanti e ha replicato: «A me piace informare. Se qualcuno lo sa fare meglio di me, si faccia avanti, invece di attaccarmi. Comunque il mio futuro è nel giornalismo e mi piacciono le storie criminali qualunque cosa voi adulti possiate pensare del futuro di questo mestiere».
Adesso è tutto su YouTube e sul suo sito. Ne è nato subito un dibattito nazionale tra esperti di pedagogia e gente del mondo dell’informazione: bambina saccente e «teleguidata» per alcuni, adesso è un’eroina della libertà di stampa per altri. Il messaggio preferito da Hilde: «Vedo un Pulitzer nel tuo futuro. Vai avanti, ignora gli attacchi e ricorda: se non si arrabbia nessuno non stai facendo la cosa gusta».