La Stampa, 6 aprile 2016
Chiesti sei mesi di carcere per Antonio Conte, secondo i pm non si oppose alla combine
Sei mesi di carcere con la condizionale e palla al centro. Il primo tempo del maxiprocesso di Cremona sul calcioscommesse finisce come previsto. Il pubblico ministero Roberto Di Martino chiede la condanna per il ct della Nazionale sulla strada verso il Chelsea. L’imputazione è frode sportiva. Il codice prevede una condanna da 3 mesi a 2 anni. Il rito abbreviato chiesto dall’allenatore taglia al ribasso la sanzione. L’avvocato Francesco Arata tira dritto: «Richieste assolutamente attese. Niente di nuovo. Lunedì chiederemo la sua assoluzione». Il suo collega Leonardo Cammarata non è da meno: «Nessuna sorpresa. Contrasteremo la ricostruzione dell’accusa».
Il caso Albinoleffe-Siena
La partita che inchioda Antonio Conte secondo il magistrato è sempre quella. L’unica rimasta del castello accusatorio: Albinoleffe-Siena del 29 maggio di 5 anni fa, finita 1-0, quando il tecnico sedeva sulla panchina della squadra toscana. Secondo Roberto Di Martino nella sua requisitoria, Antonio Conte come minimo non fece nulla per fermare i suoi giocatori che avevano truccato la partita, ma non è escluso che abbia dato addirittura il suo benestare all’organizzazione della combine. Per questa partita l’allenatore della Nazionale era già stato sanzionato dalla giustizia sportiva con una condanna a 10 mesi poi ridotti a 4 in appello. A inguaiare Conte sono le dichiarazioni dell’ex centrocampista del Siena Filippo Carobbio, ritenuto attendibile dal magistrato, per aver coinvolto in altre partite una ventina di calciatori, 16 dei quali hanno confessato.
Oltre alla condanna a 6 mesi il magistrato ha chiesto per il ct azzurro una multa di 8000 euro. Per il vice di Conte al Siena Angelo Alessio, Roberto Di Martino ha chiesto una condanna a 4 mesi con pena sospesa e una multa di 4 mila euro. Lunedì prossimo a Cremona parleranno i difensori di Conte: «Siamo pronti a confutare la tesi dell’accusa in fatto e in diritto. Siamo fiduciosi delle nostre argomentazioni». Nessuna dichiarazione invece dall’allenatore. Si sa che Conte ha voluto il rito abbreviato per fare presto, per chiudere questa vicenda prima degli Europei e scendere in campo senza questa spada di Damocle sulla testa. Ma il suo orizzonte in vista della sentenza attesa per metà maggio è tutt’altro che sereno.
I riflessi sulla Nazionale
In caso di condanna sarebbe la prima volta di un commissario tecnico della Nazionale con un’ombra così grande nella sua carriera. Per non parlare delle ripercussioni per il suo nuovo incarico alla guida del Chelsea. Dal club inglese nessuna reazione ufficiale, ma non è da escludere che nel contratto firmato due giorni fa possa essere stata inserita anche una clausola di rescissione unilaterale in caso di condanna per frode sportiva.
Sobrio il titolo dell’edizione on line di Bbc Sport. Sotto la foto di Antonio Conte poche righe con la notizia secca. Più preoccupato Oliver Kay, corrispondente sportivo del Times: «Se fosse dichiarato colpevole la sua reputazione sarebbe danneggiata. Non c’è nessun pregiudizio ma questa cosa pesa su di lui e sulla squadra».