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 2016  aprile 06 Mercoledì calendario

Quello di Cecchi Paone è un tg didascalico

È iniziato il nuovo Tg4 condotto da Alessandro Cecchi Paone. Dopo aver vagato di programma in programma come «opinionista», dopo aver platealmente protestato in un edizione del Telegatto perché il Grande Fratello era stato inserito nella categoria dei programmi culturali (una delle poche cose giuste fatte dal Telegatto), dopo aver partecipato all’Isola dei famosi pur avendo sempre disprezzato i reality, approda ora come anchorman dell’edizione serale di un tg (Rete4, ore 18.55).
In tutto questo peregrinare, fra i molti programmi che ha condotto, Cecchi Paone ha sempre mantenuto un’alta considerazione di sé, confermata ora da alcune sue dichiarazioni: «Secondo analisi di marketing sono ritenuto affidabile e credibile». Sarà. Me lo ricordo giovanetto condurre da Milano un programma del mattino; la sua partecipazione era stata molto caldeggiata dal Pri (allora i repubblicani contavano anche in Rai). Leggo ora che si dichiara massone.
L’idea, dunque, è quella di personalizzare l’informazione del tg, secondo l’esperienza italiana di Emilio Fede e di Enrico Mentana. La differenza più curiosa è che il tg di Cecchi Paone dura un’ora: come alcuni tg americani, come il Tg3 che però separa l’ambito nazionale da quello locale. Il Tg4 invece divide le news dall’approfondimento (un concetto sempre molto labile), ma la sua caratteristica principale è la vocazione didascalica: «Sarà la mia Macchina del tempo dell’informazione», ha dichiarato il giornalista. Se usa l’espressione offshore spiega bene cosa vuol dire, se parla dei «Panama Paper» si scusa con gli spettatori («Mi spiace farvi arrabbiare a quest’ora, ma alle mie spalle vedete la bandiera di Panama»). Quando appare la foto del regista Almodovar, non si trattiene: «Faceva quello di sinistra e invece…». La durata di un’ora permette alla rete di risparmiare sulle produzioni e al direttore Mario Giordano di bivaccare in tutti programmi per presentare il suo libro.