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 2016  aprile 06 Mercoledì calendario

«Gemelli non è più a tutti gli effetti mio marito». La Guidi scarica il padre di suo figlio

Prendere le distanze da Gianluca Gemelli. Non più «colui che considero a tutti gli effetti mio marito» – come aveva scritto domenica scorsa – ma una persona che vedo «solo ogni sette/quindici giorni», senza interessi comuni, senza conti bancari cointestati, senza la condivisione delle spese per il mantenimento del figlio avuto insieme. Alla vigilia dell’incontro con i magistrati della Procura di Potenza, l’ex ministra Federica Guida, che non è indagata e che domani verrà ascoltata come persona informata dei fatti, ha deciso di cambiare linea, almeno – e non è comunque un aspetto secondario – sulla descrizione del suo legame con Gemelli.
Rendendo pubblico ciò che era piuttosto noto almeno a una cerchia non ristrettissima di persone: Guidi e Gemelli hanno un figlio, ma non convivono e non l’hanno mai fatto. Questo è il loro legame. Il che non diminuisce affatto la gravità della telefonata intercettate dalla Procura nel corso delle quali l’allora ministro informava Gemelli sull’iter per l’approvazione dell’emendamento per sbloccare l’estrazione del petrolio in Basilicata, attività nella quale, per via di alcuni subappalti della Total, è direttamente interessato Gemelli come imprenditore. Un clamoroso e non denunciato conflitto di interessi. Per quella telefonata la Guidi si è dimessa. E indubbiamente se non fosse state intercettata sarebbe ancora al ministero. Si è rifugiata nella casa di famiglia vicino a Modena, dove oggi la raggiungeranno i suoi più stretti collaboratori in vista dell’incontro con i magistrati potentini. Dovrebbe esserci anche un avvocato per quanto all’appuntamento con la Procura la Guidi andrà da sola non essendo indagata. Si tratta di ricomporre i passaggi che portarono a confezionare quell’emendamento per Tempa Rossa (del quale il premier Matteo Renzi si è intestato la piena responsabilità) e di ricostruire, poi, gli incontri che probabilmente si tennero al ministero dello Sviluppo economico intorno a quella vicenda.
Certo è che la Guidi non ha informato né il Consiglio dei ministri (ieri lo ha detto anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi) né Renzi del suo legame (al di là della convivenza o meno) con Gianluca Gemelli e soprattutto degli interessi imprenditoriali di quest’ultimo. Un vulnus che ha contribuito a trascinare rapidamente la Guidi alle dimissioni, priva di qualsiasi copertura politica. Perché se è vero che la legge Frattini (quella sui conflitti di interessi approvata nel 2004) prende in considerazione solo i legami di parentela entro il secondo grado, sarebbe stato comunque opportuno che la Guidi informasse i suoi colleghi sul potenziale conflitto di interessi. Cosa che, tra l’altro – secondo alcune ricostruzioni – non fece nemmeno con il suo staff ministeriale.
Ora l’ex titolare dello Sviluppo economico (ieri il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha accettato le dimissioni e affidato l’interim a Renzi) punta a marcare le distanze con Gemelli che incontrò durante la sua presidenza dei Giovani di Confindustria. «Con Gemelli – hanno fatto sapere fonti vicine alla Guidi – l’ex ministra non ha interessi comuni: non ha conti cointestati con lui, ed ha sempre provveduto lei e la sua famiglia alla necessità del figlio». Precisazioni che spiegano anche la reazione tra le lacrime della Guidi in un’altra conversazione intercettata: «Mi stai utilizzando». Argomenti che probabilmente la Guidi svilupperà pure con i magistrati per dimostrare la sua assenza di interessi nella vicenda di Tempa Rossa. Insomma, la tesi è: non avendo alcun tipo di rapporto economico o patrimoniale con Gemelli non ho operato in conflitto di interessi come ministro. Tanto più che in discussione c’è un’attività legislativa (l’emendamento al decreto “Sblocca Italia” e poi alla legge di Stabilità) e non un’attività amministrativa.