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 2016  aprile 05 Martedì calendario

Abu Firas, l’uomo che dava la voce ad al Queda, è stato ucciso

Nel Risiko della Siria non è solo l’Isis a giocare una parte importante nel frazionamento del territorio: il fronte Jabhat al-Nusra è altrettanto insidioso, seppure dal punto di vista mediatico abbia tenuto un profilo più basso rispetto agli estremisti dello Stato Islamico. Al-Nusra è il braccio armato di Al Qaeda in quella parte di Medioriente, e ieri ha perso un pezzo da novanta: Abu Firas al Suri. Non solo portavoce del movimento, ma guerrigliero di lungo corso in Al Qaeda, tanto da essere stato collaboratore fidato di Osama bin Laden, al Suri è stato ucciso durante un bombardamento; per alcuni il raid aereo è stato delle forze Usa, per altri della Russia o dei governativi di Assad. Secondo quanto riferito dal sito della tv al Manar di Hezbollah, le bombe hanno distrutto postazioni con 20 miliziani di Jund al Aqsa, affiliati a al Nusra, ed ammazzato anche il figlio di Abu Firas al Suri.
Abu Firas, 67 anni, era originario di Damasco; si era fatto le ossa in Afghanistan con al Qaeda tanto che bin Laden lo aveva preso al suo fianco anche quando aveva deciso di trovare rifugio in Pakistan; per conto del capo il guerrigliero aveva organizzato operazioni in Iraq e Yemen. Poi, dal 2013, i servizi di sicurezza siriani e quelli occidentali lo ritrovano in Siria. La sua morte non passerà inosservata ai jihadisti dell’Isis; più volte, in diversi messaggi video, Abu Firas si era posto in modo molto critico nei confronti delle azioni dello Stato Islamico e della sua abitudine di dichiarare apostati tutti gli altri musulmani; inoltre, aveva accusato i killer del Califfo di aver assassinato un comandante di Al Qaeda in Siria, Abu Khalid al Suri.
La sua eliminazione conferma che il regime di Assad vuole neutralizzare ogni personaggio in vista dell’estremismo islamico che con la guerriglia possa mettere in discussione il suo ritorno al potere. Di certo i lealisti hanno ben sfruttato la supremazia aerea russa e l’appoggio via terra degli Hezbollah libanesi tanto da aver preso il controllo – dopo Palmira – dell’area di Qaryatayn, nella Siria centrale. La cittadina, un tempo importante centro della comunità cristiana della regione di Homs, era famosa per l’antico monastero di Mar Elian, danneggiato dai jihadisti che per mesi hanno avuto il controllo dell’area. Assad, che vuol dare una parvenza di “normalità” a un paese dilaniato, almeno nella parte di Siria che governa ha promesso elezioni legislative da tenere il 13 aprile; due giorni prima è prevista a Ginevra la ripresa dei colloqui mediati dall’Onu, tra governo e opposizioni.