La Stampa, 5 aprile 2016
I Rolling Stones in mostra a Londra, tra cimeli, foto inedite e simulazioni 3D
Un chilometro e più di mezzo secolo separano la genesi dei Rolling Stones dalla più grande retrospettiva mai realizzata sulla band che ha rivoluzionato il mondo della musica e influenzato i costumi di generazioni di giovani in tutto il mondo. Oggi apre i battenti a Londra «Exhibitionism» (Esibizionismo), una massiccia mostra fatta di cimeli, foto inedite e simulazioni 3D attraverso cui Mick Jagger e compagni raccontano il loro mondo al pubblico. Più di 500 oggetti che hanno scritto una pagina della storia del gruppo rock britannico sono esposti sui due piani della prestigiosa Saatchi Gallery, a Chelsea, situata a poco più di mille metri dal primo appartamento condiviso da Jagger, Keith Richards e Brian Jones nel 1962.
In questo secolo musica e società sono cambiate radicalmente e con loro, in parte, gli Stones. Jones morì annegato nella sua piscina nel 1969 tra abuso di alcol e droghe. Chelsea, una volta l’epicentro della «Swinging London» simbolo della rivoluzione giovanile a tinte edoniste degli Anni Sessanta, è diventato il quartiere residenziale di scelta di miliardari russi e investitori dalle tasche larghe.
L’appartamento
L’appartamento «puzzolente e disgustoso» di 102 Edith Grove descritto da Jagger in una recente intervista rimane però un punto di riferimento per la band, tanto che Exhibitionism ne contiene una fedele riproduzione. Anche se stile e moda d’avanguardia hanno cambiato quartiere, la mostra rispecchia la capacità degli Stones di rimanere un punto riferimento nel creare tendenze per decenni.
Tra i vari pezzi esposti vi sono collaborazioni con artisti del calibro di Alexander McQueen, Ossie Clark, Martin Scorsese e Andy Warhol, che realizzò la famosa copertina con jeans e cerniera apribile del long playing Sticky Fingers. L’apertura invece è stata lanciata con una foto di Kate Moss per Vogue in cui la modella indossa una giacca coi colori della bandiera britannica appartenuta a Jagger. «Anche se la mostra è sui Rolling Stones – ha detto Richards – non è necessariamente dedicata solo e soltanto ai membri della band». Tra gli altri oggetti divisi in nove aree tematiche sono scenografie di concerti, bozze di testi, registrazioni inedite poster e album originali.
La simulazione
Una simulazione tridimensionale porta i visitatori direttamente sul palco e nel backstage con gli Stones, mentre ampio spazio è riservato al guardaroba di Jagger e alle chitarre di Richards. Il primo dice di aver contribuito alla mostra praticamente solo con abiti da scena, gli unici souvenir da lui conservati degli anni passati.
I capi danno una immediata testimonianza visiva del passaggio del 72enne nominato Sir dalla regina nel 2003 da ribelle anticonformista a icona istituzionale del rock mondiale. «La maggior parte stanno meglio in un museo onestamente – ha detto lui al Telegraph. -. Abbiamo avuto dei periodi veramente stravaganti prima di ritornare a uno stile un po’ più ordinato ed elegante».
La censura
In linea col loro stile provocatorio l’esposizione ha creato polemiche ancor prima di aprire. A luglio, il poster pubblicitario raffigurante la celebre linguaccia logo della band sull’inguine di una ragazza in bikini fu censurato dalla azienda dei trasporti londinese che si rifiutò di esporlo su metropolitane ed autobus.
L’irriverente boccaccia, disegnata da John Pasche miscelando le labbra pronunciate di Jagger con la lingua della dea indiana Kali, fu quindi strategicamente spostata più in alto sulla zona ombelicale in nome del politically correct, con una decisione definita «ridicola» dagli Stones.
L’episodio è emblematico della carriera del gruppo che nei decenni ha aiutato a spostare i confini di pudore e pubblica morale. Jagger, Richards, il batterista Charlie Watts e chitarrista Ronnie Wood sono reduci dallo storico concerto all’Avana, Cuba, davanti a mezzo milione di persone, dove la loro musica fu per anni vietata dal regime castrista perché considerata frutto corrotto della deviazione ideologica occidentale.
Allestita dall’azienda australiana Iec (International Entertainment Consulting) e con l’attiva partecipazione dei quattro artisti, «Exhibitionism» rimarrà aperta fino al 4 settembre. «Abbiamo pensato a questa cosa per molto tempo – ha detto Jagger -. Volevamo che fosse perfetta e su larga scala». «È difficile credere che sono passati più di cinquant’anni da quando abbiamo iniziato – ha aggiunto Watts – ed è fantastico guardare indietro all’inizio delle nostre vite e riportare il tutto aggiornato al giorno d’oggi».