la Repubblica, 5 aprile 2016
A Londra gli archivi sono immensi e facili da consultare
Londra Forse perché hanno avuto il più grande impero del mondo, gli inglesi sono particolarmente esperti nell’arte di catalogare, collezionare e consultare documenti. Si dice che il British Empire, al suo apogeo, fosse amministrato da appena 2 mila funzionari: ce ne sarebbero voluti dieci o cento volte tanti, senza un buon archivio.
Oggi l’Impero britannico è scomparso (non del tutto – resta il Commonwealth, l’associazione che riunisce il Regno Unito e le sue ex-colonie), ma gli archivi sono rimasti. E sono probabilmente fra i più estesi, più ricchi e più facilmente consultabili al mondo. Il loro cuore sta nei National Archives, un vasto edificio adiacente al magnifico orto botanico di Kew Gardens, nel quartiere londinese di Richmond, appena a sud del Tamigi. Appartengono formalmente al ministero della Cultura e riuniscono quattro agenzie governative che esistevano in precedenza: il Public Record Office, l’Historical Manuscript Commission, l’Office of Public Sector Information e lo Stationery Office di Sua Maestà. Hanno uno staff di 679 dipendenti e un budget annuo di 44 milioni di sterline (circa 60 milioni di euro). Contengono la documentazione di più di mille anni di storia – non interamente, in realtà, perché un certo numero di incartamenti fragili e preziosi sono custoditi nel “Deep Store” (alla lettera, profondo deposito), un’ex-miniera di sale nel Chesire.
Negli archivi di Kew Gardens c’è di tutto, a partire dal Domesday Book, il manoscritto in latino medievale che nell’anno 1085 registrò tutti i possedimenti del regno, in terreni, edifici e animali, per ordine di re Guglielmo il Conquistatore. Ci sono trascrizioni degli atti dei tribunali dal 12esimo secolo in avanti, atti di governi dai secoli bui fino ai giorni nostri, testamenti, certificati di naturalizzazione e rapporti di polizia, statistiche del dipartimento del commercio, censimenti, la corrispondenza del Foreign Office (come si chiama qui il ministero degli Esteri) e di altre agenzie governative, un’ampia e disparata collezione di mappe, disegni architettonici e progetti, e molto altro ancora.
L’accesso è semplice. Gran parte del materiale è stato digitalizzato ed è ora consultabile gratuitamente online. Viceversa, per consultare un documento di persona, basta avere 16 anni, mostrare due prove della propria identità (patente e passaporto, per esempio) e ottenere un biglietto da un apposito sportello. La “reading room” ovvero sala di lettura ha dei terminali da cui i documenti possono essere ordinati attraverso il relativo numero di riferimento: i National Archives si impegnano a farvelo arrivare sul tavolo entro 45 minuti (richieste di un gran numero di documenti esigono più tempo).
Periodicamente, nuovi documenti vengono messi a disposizione del pubblico e declassificati, quando si tratta di materiale riservato. Vederli online è comodo, ma averli fra le mani dà un brivido di emozione. Come quando, facendo ricerche per un articolo per Repubblica, ricevetti le carte in cui nel 1945 Churchill divise l’Europa in due insieme a Roosevelt e Stalin, al summit di Yalta.