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 2016  aprile 05 Martedì calendario

Panama Papers, via alle inchieste • Maria Elena Boschi è stata sentita ieri dai pm • Interrogata l’infermiera killer: «Non ho ammazzato nessuno» • Cresce il reddito delle famiglie italiane • In Italia in un’azienda su sette il clima è troppo ostile

 

Panama Papers 1 Dopo le rivelazioni dei «Panama Papers» (vedi Fior da fiore di ieri) i magistrati dei singoli Paesi si stanno già muovendo. La procura finanziaria francese ha aperto un’inchiesta spronata dal presidente François Hollande secondo il quale i «Panama Papers» sono una «buona notizia perché consentiranno rientri fiscali». Hollande ha ricordato che nel 2015 lo Stato francese è tornato in possesso di 12 miliardi di euro recuperati presso gli evasori, e spera di ottenerne molto di più grazie al lavoro del ICIJ (The International Consortium of Investigative Journalists). Anche Australia, Paesi Bassi e Norvegia hanno già aperto inchieste sui connazionali che compaiono tra gli 11,5 milioni di documenti sottratti al controllo dello studio legale panamense Mossack Fonseca. In Ucraina una ventina di parlamentari hanno cominciato una procedura di destituzione per il presidente Petro Porochenko. In Gran Bretagna c’è più circospezione, il padre del premier David Cameron è presente nei documenti, ma il fisco britannico ha comunque chiesto le carte al consorzio internazionale di oltre 100 giornalisti. L’Agenzia delle Entrate chiederà i dati degli italiani (Montefiori, Cds).

Panama Papers 2 Tanti dei personaggi coinvolti - da Putin a Michel Platini a Lionel Messi al premier islandese Gunnlaugsson al presidente ucraino Porochenko - in modo diverso sostengono sostanzialmente di avere rispettato le regole avendo dichiarato al fisco le loro società offshore, e insomma sono convinti di non avere infranto la legge (ibidem).

Panama Papers 3 Ieri il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha detto che l’obiettivo principale dei «Panama Papers» sono «Putin, la Russia, il nostro Paese, la nostra stabilità e le prossime elezioni (le legislative previste a settembre, ndr )». Secondo il Cremlino non c’è «niente di nuovo o di concreto» nell’inchiesta realizzata da «ex dipendenti del Dipartimento di Stato, della Cia e dei servizi segreti americani», un lavoro così palesemente pieno di «invenzioni e falsificazioni» che Mosca non ricorrerà neppure alle vie legali (ibidem). Boschi Maria Elena Boschi è stata sentita ieri dai pm come persona informata sui fatti in merito allo scandalo sulle estrazioni petrolifere in Basilicata che ha portato alle dimissioni del ministro Guidi. La Boschi ha detto di non aver avuto «alcuna pressione dalla ministra Federica Guidi» e «nessuna pressione neppure da altri esponenti del suo dicastero». La ministra delle Riforme ribadisce la sua linea: tutte le scelte furono fatte allo scopo di potenziare l’attività economica e l’occupazione del Paese. «Domani passa l’emendamento... è d’accordo anche Maria Elena» diceva al telefono la Guidi al fidanzato Gianluca Gemelli il 13 dicembre 2014. L’emendamento alla legge di stabilità, secondo la procura, avrebbe favorito le aziende dell’imprenditore petrolifero Gemelli con un guadagno di 2 milioni e mezzo di euro. Ma chi si aspettava un colpo di scena, ieri è rimasto deluso. La ministra Boschi ha ribadito che si è trattato di una scelta voluta fortemente dal governo, «slegata da interessi perorati da chicchessia». Nei prossimi giorni i magistrati di Potenza sentiranno Federica Guidi, sempre come persona informata sui fatti (Longo, Sta)

Infermiera killer Fausta Bonino, 55 anni, l’infermiera accusata di aver ucciso tredici pazienti iniettando eparina o altri farmaci anticoagulanti, interrogata dal gip in una stanzetta della sezione femminile del carcere Don Bosco, per tre ore ha ribadito con forza e lucidità la propria innocenza: «Io non ho ammazzato nessuno, ve lo giuro sui miei figli e su mio marito». Guarda l’elenco delle vittime e sussulta: «Mi attribuite anche la morte di persone che sono mancate due giorni dopo il mio turno in servizio, ma che senso ha? E poi è ovvio che io c’ero quasi sempre, sono l’unica che non fa le notti ed è presente cinque giorni su sette, ecco perché in reparto ci sono quasi sempre». L’infermiera ha ribadito di essere sana di mente, di non far uso di alcol, di non essere afflitta da depressione e di avere sì una forma epilettica manifestata molti anni fa dopo un incidente stradale, ma che il disturbo non aveva ripercussioni sul lavoro. La Procura si è riservata di dare un parere entro 48 ore ma ha aggiunto che «la nostra posizione non si è modificata dopo l’interrogatorio di garanzia». Quanto prima la Procura chiederà riesumazione di otto dei tredici cadaveri per avere conferme sulla presenza di eparina o altri farmaci killer. Che potrebbero essere di più perché aumentano i parenti di persone decedute all’ospedale di Piombino che sospettano una morte diversa dei propri congiunti. Da segnalare la testimonianza di Donatella Gorini, infermiera e collega della Bonino. «Fausta fu una delle prime ad accorgersi degli strani decessi già dopo le prime due o tre morti — ricorda —, ne parlammo con tutti i colleghi e chiedemmo una spiegazione alla direzione. Ci fu un audit alla quale partecipò una dottoressa di Pisa esperta del settore che ci tranquillizzò dicendo che, in alcune condizioni, si potevano manifestare alterazioni irreversibili della coagulazione» (Gasperetti, Cds)

Reddito Dopo 8 anni, dice l’Istat, il potere d’acquisto delle famiglie torna a crescere (+0,8%) per la bassa inflazione (0,1% lo scorso anno), ma le tasse continuano a pesare in modo devastante sulla testa degli italiani: la pressione fiscale del 2015 è al 43,5% (Di Frischia, Cds).

Uffici In Italia, in un’azienda su sette, la regola è l’irascibilità, parlarsi alle spalle, avere atteggiamenti ostili, interrompere, urlare e gareggiare in sarcasmo. La conferma arriva da una ricerca condotta dalla Bocconi in collaborazione con l’Inail, direzione regionale Lombardia. Lo studio, che sarà presentato oggi a Milano, è stato condotto su quattrocento aziende e calcola l’indice di aggressività sui luoghi di lavoro sulla base di diciotto atteggiamenti tipici che rispecchiano un clima di scarsa armonia e che possono produrre un crollo, anche drastico, della produttività. «Calcoliamo l’indice sulla base dei comportamenti ostili più frequenti, esattamente come se misurassimo una “febbre da aggressività” con un termometro che va da zero a cento », spiega Massimo Magni, professore di Comportamento organizzativo alla Bocconi. «Così, se la temperatura media dell’aggressività in Italia è di 35 — il livello sul quale si attesta la maggior parte delle aziende — c’è uno zoccolo duro composto dal 13,5 per cento degli uffici in cui le condotte ostili arrivano a punte di 70». Chi è dunque il responsabile della brutta aria che tira? Maggi non ha dubbi: «I comportamenti della collettività derivano da quello dei capi: sono loro a generare modelli, positivi o negativi. Se un capo è sarcastico, in ufficio si diffonde come un virus il sarcasmo. Se il capo è gentile si produce di più e si sviluppano i talenti. Di certo, l’aggressività più subdola è quella nascosta tra le righe, perché parlare alle spalle ferisce più di una lite». Gli uffici in cui i rapporti sono più tesi, secondo la ricerca Bocconi, sono quelli di aziende che operano nei trasporti, nella finanza e nelle assicurazioni. Spiega Fabrizia Ingenito, autrice del libro I capi sono soli: «Di solito i capi diventano consapevoli quando qualcuno ha il coraggio di fargli notare i loro errori. Il nostro compito è accompagnarli in riunione e fargli notare che sbattere i pugni sul tavolo non serve o è dannoso. Il coach è come uno specchio: guardarsi aiuta a guarire». Ad ammorbidire l’atmosfera può aiutare anche un buon welfare aziendale. Spiega Daniela Ivaldi di Eudaimon, società che suggerisce alle imprese soluzioni per conciliare il lavoro con le esigenze della famiglia e del tempo libero: «Se un’azienda offre un sostegno come l’asilo interno o un aiuto a pagare le multe, riduce lo stress dei dipendenti che saranno meno litigiosi. Aiutano anche i corsi di yoga» (Scalise, Rep).