Il Sole 24 Ore, 3 aprile 2016
Il primo articolo di Pasolini venne pubblicato sul numero di aprile 1942 di «Gioventù italiana del Littorio»
Bologna, 1942.Il ventenne Pier Paolo Pasolini sta proseguendo i suoi studi universitari presso l’Alma Mater e in quell’anno incontra la fondamentale esperienza del corso delle lezioni tenute da Roberto Longhi, il “maestro” che lo illuminerà per sempre con il suo rifiuto di una cultura scolastica, incapace di misurarsi con la “vita vera”, con il coniugarsi della forma con la realtà. Un maestro che sta incidendo in profondità nel rinnovamento intellettuale di un’intera generazione di giovani, per altro costretti a fare i conti con un ambiente cittadino segnato ormai in profondità – sono le stesse relazioni del prefetto al governo mussoliniano a segnalarcelo – dalle disillusioni di un andamento bellico ben lontano dalle magniloquenti certezze delle parole d’ordine del duce.
È il tempo delle domande sul significato del proprio essere cittadini di uno Stato che tanto pretende in termini di dedizione spirituale e materiale, offrendo fragili certezze ufficiali e fedi di comodo per spingere le masse al sacrificio supremo delle trincee. Intanto i generi di prima necessità – il pane persino – sono razionati, con l’inevitabile conseguenza della “borsa nera” e di una caotica gestione dell’ordine pubblico, vanificando nel generale disorientamento vent’anni di promesse di crescita collettiva, di grandezza nazionale, di pace sociale, di concordia fra le categorie e i ceti.
Si apre, dunque, dentro lo stesso fascismo cittadino uno spazio di dibattito, che già alla fine del 1940 aveva preso ad esprimersi nella rivista del GUF, «Architrave», disponibile ad accogliere tutti questi impulsi di rinnovamento, magari frammentati ma pure fervidi della volontà di uscire dai soffocanti schematismi dell’ufficialità in “camicia nera”.
Un clima di cui Pasolini ed il suo gruppo di giovani amici subito si nutre, ponendosi al lavoro per elaborare l’ipotesi di una nuova rivista della GIL bolognese, che sarebbe poi uscita nel novembre 1942, con il titolo «Il Setaccio» e che sarebbe stata la continuazione dell’esistente ( dal maggio 1941) rivista dal titolo «Gioventù italiana del Littorio. Bollettino del Comando federale di Bologna».
Proprio ricostruendo (e ponendole a disposizione in digitale nel proprio sito) tali prime esperienze letterarie del giovane Pasolini, in quella Bologna alla ricerca di nuovi orizzonti di conoscenza, la Biblioteca dell’Archiginnasio, con il progetto «Pasolini ’42», curato da Maurizio Avanzolini, ha individuato quello che può essere considerato il primo articolo in assoluto dell’allora esordiente letterato, apparso appunto nel numero di aprile 1942 di «Gioventù italiana del Littorio» e finora dimenticato proprio per la sua collocazione nelle pagine di una rivista dalla breve parabola di vita e conservata solo presso gli scaffali della Biblioteca Universitaria di Bologna. Una scoperta di grande interesse, non solo quale curiosità biografica e documentaria, ma soprattutto per il contenuto che vi si incontra, di proposta culturale di rottura nei confronti del conformismo della “grassa borghesia letteraria”, a favore dello studio della “contemporaneità” sola strada per una reale riscoperta dei valori profondi della tradizione. Secondo un’interpretazione che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.