il Fatto Quotidiano, 3 aprile 2016
Ecco cosa sta succedendo oggi a Quarto
Quarto non è più un paese ma una categoria della politica. La Waterloo dei Cinque Stelle, l’unità di misura dei problemi altrui (“eccoci nella Quarto del Pd, andiamo verso la Quarto dei berlusconiani…”). Intanto sfuma la memoria dell’inchiesta della Dda di Napoli su camorra e ricatti all’ombra dell’elezione di un consigliere grillino. Si dirada l’attenzione sulla sindaca (ex) M5s Rosa Capuozzo che non percepì le minacce insite nell’esibizione della foto del presunto abuso del marito. Verso l’oblio le ambiguità del Direttorio, che non capì cosa stava accadendo nell’unico comune a guida grillina in Campania. Così, spenti i riflettori, a Quarto si gioca al buio una gara in cui sono saltati tutti gli schemi. I partiti, cancellati. Non c’è il M5s, gli eletti scomunicati da Beppe Grillo. Non c’è il Pd, estromesso da una sentenza del Consiglio di Stato. Non c’è Forza Italia, disciolta nel pastone dell’accordo ex grillini-ex azzurri-ex tutto, che da quasi due mesi forma la nuova e unica maggioranza possibile per evitare lo scioglimento di un consiglio comunale monco di 7 consiglieri su 24.
Rosa Capuozzo sorride al ricordo della bufera che la stava strappando via dalla poltrona di primo cittadino, e all’espulsione decretata da Grillo. “Il simbolo Cinque Stelle non ci manca. Ora tutto è più facile: si amministra più serenamente”. Senza quegli impicci della “condivisione” e dell’“uno vale uno” che l’avevano portata sull’orlo della disperazione, quando si trovò tra le mani la riservatissima relazione della commissione prefettizia sulle pressioni della camorra in municipio. “Posso visionarla solo io e il segretario” dice Capuozzo in una delle telefonate intercettate dal pm Henry John Woodcock, mentre piange e si sfoga con il consigliere Alessandro Nicolais (poi dimessosi) “caso mai quando farò gli spostamenti dovrò anche dire: condividiamo! … ma che cazzo condivido che non posso condividere la relazione d’accesso (…) e non si vuole capire questa cosa e si gira sempre intorno a questa stronzata”. Capuozzo ricorda. E riflette: “La condivisione di cui il M5s parla alla prova dei fatti è impossibile. Credo che il Movimento lo sappia, ma non lo sostiene pubblicamente. I principi certe volte li applicano e certe volte no. Nel mio caso l’uno vale uno non c’è stato, dovevo essere espulsa dalla Rete e non da Grillo”. Auguri alla Raggi a Roma e a Brambilla a Napoli, ma per la sindaca il Movimento è un capitolo chiuso.
Ritirate in extremis le dimissioni, Capuozzo ha ridipinto da lista civica (CoraggioQuarto) il gruppo ex grillino e ha serrato le fila, piazzando la sorella del vice sindaco alla presidenza del consiglio comunale. Poi è andata avanti tra grandi annunci su “un nuovo programma da riscrivere con le forze in consiglio” e piccole gaffe sull’ordinaria amministrazione. Le mamme che protestavano perché pioveva nelle aule di una scuola elementare accolte con un “venite prima con le tasse pagate”; una delibera approvata “visto un parere” che non c’è; un nuovo assessore all’Urbanistica cercato con un annuncio sul web e col requisito di non essere residente a Quarto, ritirato dopo poche ore di polemiche. “Volevo una persona che non avesse interessi personali su questo territorio” ha chiarito. La giunta è ancora incompleta, senza i tre assessori andati via tra dicembre e gennaio. La sindaca ha così avuto mani libere e praterie aperte per trattative h24 con chiunque. Persino con Quartograd, l’associazione di ultrasinistra che la mise in difficoltà per aver diffuso una chat dalla quale pareva che Capuozzo volesse intimidire il consigliere di opposizione Luigi Rossi. Era pronto un posto di assessore di assessore per un esponente di Quartograd, Giorgio Rollin. Proposta respinta. L’ex parlamentare Idv Franco Barbato, al fianco della sindaca il giorno del ritiro delle dimissioni e in predicato per un ruolo, è svanito con la stessa velocità con cui era apparso.
Come sono svaniti all’ingresso di Quarto i cartelloni 6×3 che ne pubblicizzavano l’attività di assicuratore. “L’ho conosciuto di persona solo quel giorno” giura Capuozzo. Che dice di non provare imbarazzo per essere costretta a governare con chi l’aveva osteggiata. “No. Ora siamo forze nuove e indipendenti dai partiti, che scrivono insieme le priorità del nuovo programma. Noi puntiamo a un rapido utilizzo dei beni confiscati e l’istituzione della stazione appalti dei Campi Flegrei. Le ex opposizioni vogliono il potenziamento della polizia municipale e la rivisitazione del piano urbanistico comunale. Vogliamo coinvolgerle in tutte le prossime scelte”. In che modo lo spiega senza filtri Gabriele Di Criscio, l’ex forzista candidato sindaco: “La mia lista indicherà i due assessori all’Urbanistica e al Bilancio. Quella di Giovanni Santoro esprimerà l’ultimo assessore”. Anche questa in fondo è condivisione.