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 2016  aprile 04 Lunedì calendario

Totti, Di Natale e Toni: tre grandi vecchi che non capiscono quando dire stop

Di Natale e Toni non convocati. Giorni duri per i quasi quarantenni che ancora si sentono giovani e forti. Totti compirà quarant’anni a settembre, Toni ne farà 39 a fine maggio, Di Natale 39 in ottobre. Tutti e tre in momenti recenti hanno avuto la possibilità di ritirarsi in gloria. Tutti e tre hanno tirato dritto, convinti di essere ancora fisicamente all’altezza, inconsapevoli o incuranti del fatto che a un certa età è fisiologico decadere: il ritardo di mezzo secondo, il riflesso che non è più lo stesso, il bisogno di avere più giorni per recuperare. I tre hanno rinunciato alla possibilità di scegliere come e quando farsi da parte, nessun familiare o amico li ha consigliati o convinti – quanti «yes men» attorno ai calciatori -, e così gli allenatori hanno deciso per loro.
A Spalletti, De Canio e Delneri non si può contestare nulla, hanno preso legittimi provvedimenti tecnici. I tifosi fanno pensieri da tifosi, gli allenatori ragionano da allenatori e guardano al bene comune. Accusare Spalletti, De Canio e Delneri di mancanza di rispetto verso tre glorie del nostro calcio è infantile, assomiglia a una scorciatoia giustificazionista. Il campione deve avere rispetto di se stesso anche e soprattutto sul viale del tramonto. Platini si ritirò a 31 anni e 10 mesi, entrò in spogliatoio e annunciò: «C’est finì», senza troppi tormenti, con la sbrigativa semplicità dei grandi.
Nessuno poteva suggerire a Totti, Di Natale e Toni come e quando chiudere, adesso loro stessi si sono posti nella condizione di farselo dire. Hanno toppato l’uscita di scena. Niente di grave, non sono i primi e non saranno gli ultimi a incorrere nell’errore e la cosa non sporcherà le loro gloriose carriere, ma non facciamo gli ipocriti, non spostiamo il problema sugli allenatori «insensibili e spietati». Viviamo in un’epoca in cui milioni di giovani adulti trentenni si definiscono «ragazzi», in cui legioni di cinquantenni si vestono come i loro figli di venti o si preparano alla terza età con sessioni di maratone. Cercare di sfuggire all’orologio del tempo che passa è umano, però non c’è nulla da fare, il tempo prima o poi ti acchiappa e ti fa mancare la terra sotto i piedi, anzi l’erba sotto i tacchetti.