La Gazzetta dello Sport, 4 aprile 2016
Pinilla o l’arte della rovesciata
Pinilla e Gomez hanno rovesciato la partita: Gomez ha ribaltato il risultato, Pinilla l’aveva ripreso con un gol in acrobazia. Il gesto è stato sorprendente eppure nessuno si è davvero sorpreso: Pinilla è pieno di tatuaggi fino in faccia, «ma dovessi farne uno per ogni rovesciata non avrei più un centimetro di pelle libero». Pinilla passa le partite a ribaltarsi in area: «All’inizio vedevo arrivare il pallone e magari ci pensavo, oggi mi viene tutto spontaneo». O di più, non è qualcosa che viene al momento, stavolta era già stata messa in conto. Questo lo racconta Edy Reja, l’allenatore dell’Atalanta: «In settimana era venuto da me e mi aveva detto “mister contro il Milan segnerò in rovesciata”. Ho passato un periodo da incubo, non dormivo la notte, ora invece abbiamo ritrovato sicurezza». Il mondo dei gol di Pinilla è fatto tutto al rovescio: Mauricio ha segnato fin qui undici gol con la maglia dell’Atalanta e cinque, dunque quasi la metà, capovolgendosi davanti al portiere avversario. Ha segnato così al Cagliari, al Torino e al Cesena la stagione scorsa, quest’anno al Sassuolo e ora al Milan. «Per bellezza ricordo quelli con Torino e Sassuolo, per importanza parto da questo». In rovesciata Pinilla ha anche completato la collezione, come recitava la scritta sulla maglietta esibita dopo il gol: «Tra le big di Serie A mi mancava solo di colpire il Milan. Avevo preparato l’esultanza con il fisioterapista Marcello perché me lo sentivo».
COMPLIMENTI Pinilla ha ricevuto tutta una serie di complimenti: uscendo dallo stadio ha incrociato Balotelli, che si è staccato dal gruppo dei rossoneri in attesa della partenza del pullman, per battergli il cinque. Poi i suoi, innanzitutto Gomez: «È un pazzo, quei gol può pensarli solo lui». Ecco Reja: «I gol facili magari non li fa, ma in rovesciata trova sempre l’angolo, è incredibile». Il presidente Percassi, sceso negli spogliatoi a fine partita, si è invece limitato a un abbraccio, rivolto anche a tutti gli altri compagni. Qualcosa si era rovesciato già prima della partita: Mauricio era tornato entusiasta dagli impegni con la nazionale cilena e dalla doppietta segnata al Venezuela. Se spesso i viaggi intercontinentali finivano per fiaccarlo, stavolta è tornato al centro sportivo nerazzurro mettendo presto le cose in chiaro: «Domenica io gioco». «Sono tornato con grandissima fiducia e condizione. E poi ora sarà contenta anche mia mamma: da piccolo mi esercitavo in camera sua e finivo sempre per spaccare tutto». Ieri ha solo rotto ogni speranza di risalita rossonera.