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 2016  aprile 04 Lunedì calendario

Lo spettacolare inizio 2016 di Medusa Film

Il pieno l’ha fatto «Youth – La giovinezza» di Paolo Sorrentino, nominato come miglior film, miglior regista, migliori attori protagonisti, miglior acconciatore, truccatore, costumista, fonico in presa diretta... Un totale di 14 candidature ai prossimi David di Donatello che saranno consegnati tra due settimane, il 18 aprile. Anche «Perfetti sconosciuti» di Paolo Genovese si è piazzato bene, con 9 candidature (comprese quelle pesanti: miglior film, miglior regista, attore e attrice protagonisti, sceneggiatura). Il campione di incassi «Quo vado?» della premiata ditta Zalone- Nunziante ne ha strappate tre, «L’attesa», esordio di Piero Messina due. In tutto 28 candidature che Medusa, società interamente controllata da Mediaset, ha festeggiato con una inserzione a pagamento per dire «grazie al grande cinema italiano».
Verso Cannes
Di questi quattro film Medusa è produttrice tramite una società controllata come Taodue («Quo vado?») e co-produttrice per «Youth», «Perfetti sconosciuti» e «L’attesa». Di tutti è anche distributrice.
«Il 2016 è iniziato in maniera spettacolare – dice Giampaolo Letta, vice presidente e amministratore delegato —. Nessuno poteva prevedere le dimensioni del successo di “Quo vado”; e anche “Perfetti sconosciuti”, oltre all’ottimo risultato al box office (16 milioni e mezzo di incasso) ha dimostrato un appeal sul mercato internazionale, in termini di interesse sia di vendite che di remake, mai verificato prima». Tradotto in numeri? «Lo potremo dire in maggio, tutto si concretizzerà al mercato di Cannes – risponde il manager – ma ci aspettiamo cifre importanti. I territori già interessati ai remake sono dodici tra cui Usa, Germania, Francia, Spagna e Turchia, oltre alcuni Paesi arabi. Ma il 2016 è partito bene sull’onda di un 2015 molto positivo: a parte due, infatti, nella classifica dei miglior incassi di film italiani i titoli sono tutti Medusa. La politica editoriale conferma seguita fin dall’inizio, vent’anni fa: coniugare qualità a quantità». E varietà di generi: commedie (ora nelle sale c’è «Forever Young» di Brizzi), comici (in arrivo per Natale e gennaio 2017 i nuovi film di Aldo Giovanni e Giacomo e Ficarra & Picone), autori consolidati (Sorrentino) e emergenti. «Come Edoardo De Angelis con “Indivisibili” che puntiamo a mandare a un festival internazionale».
Lo stop
La crisi, però, c’è stata. Fino al 2012 la quota di mercato di Medusa era tra il 16 e il 20% (nel 2001 era del 22%). Poi due anni bui, con l’inizio della ripresa nel 2014, quando la quota è tornata a crescere. «L’effetto si è sentito nel 2013, anno critico di incassi pubblicitari – ricorda Letta —, Mediaset è un termometro in tempo reale dello stato del Paese. La raccolta pubblicitaria nel 2013 era crollata in modo verticale e ogni area dell’azienda ha dovuto fare la sua parte. Per quanto ci riguarda abbiamo distribuito meno della metà dei film, da 20/22 siamo scesi a 9/10 privilegiando i titoli italiani». Ora il ciclo economico si è invertito, tanto che «il 2016 rischia di essere eccesso opposto: con “Quo vado” che da solo costituisce l’8/10% di quota di mercato annuale e con “Perfetti sconosciuti”, Medusa nei primi mesi dell’anno ha già raggiunto il 30%».
I bilanci di Medusa spa evidenziano un calo del fatturato dai 151,4 milioni del 2013 ai 65,2 milioni del 2015. Gli utili netti restano importanti, ma anche loro più che si dimezzano passando da 29,4 milioni a 11,7 milioni. «Ma per aziende come le nostre le cifre significative sono i risultati al box office», afferma l’amministratore delegato, spiegando che «nel bilancio delle società cinematografiche la quota forte dei ricavi, che arriva da vendite televisive, è sfasata di due anni rispetto l’uscita. La pay tv può trasmettere un titolo dopo 12 mesi, che diventano 24 per quella generalista. Noi vendiamo sia a Mediaset che a Sky». Al momento gli investimenti «sono tra 25 e 28 milioni l’anno per prodotti italiani, a cui vanno aggiunti una decina per promozione, dunque 35/38 e 10 milioni per i film internazionali».
Ottimismo
Qual è lo stato di salute del cinema italiano? Letta risponde cauto. «Le analisi vanno fatte su cicli lunghi, non bastano due film che hanno successo per decretare trionfi così come non è sufficiente un anno negativo per abbattersi». In generale, però, aggiunge, «sono ottimista: negli ultimi 15 anni è cambiato in meglio il rapporto tra spettatori e il cinema italiano, abbiamo vinto il pregiudizio negativo. C’è stato anche un ricambio generazionale in tutti gli ambiti: produttori, autori, attori. Il trend positivo ci dà maggiori responsabilità: non bisogna adagiarsi pigramente su meccanismi che crediamo funzionino. Così la fiducia con gli spettatori si incrina».
Tra le difficoltà,la principale è la conformazione del mercato italiano: «Piccolo, frammentato, molto chiuso – lo descrive il manager di Medusa —. Un mercato che si basa solo sul box office domestico che, per fare un esempio, è la metà di quello francese: 100 milioni di biglietti in Italia contro i 200 milioni francesi. Una torta piccolina con un prodotto che ha pochissime sbocchi all’estero». E dove i ricavi vengono prevalentemente dagli sfruttamenti televisivi, con pochi player, Rai, Mediaset e Sky.
Progetti di acquisizioni non ce ne sono per la società del gruppo Mediaset. «Solo collaborazioni», dice Letta. Come quella avviata con Leone Group, per la distribuzione anche del nuovo film di Steven Spielberg, «Big Friend Giant».