la Repubblica, 4 aprile 2016
La guerra dei Muccino è comunque cronaca nera
Massimo Giletti correda l’intervistona annunciando di essere lì a disposizione per ospitare il seguito, con altri protagonisti della famiglia che volessero replicare (una cosa del tipo: “Entri il cognato”). E siamo ancora qui, in zona Domenica pomeriggio Rai, già depurata dalla cronaca nera e quindi qualcosa bisognerà pur metterci. Arriva Silvio Muccino e il popolo, come accaduto in questi anni intorno alla tormentata vicenda, si divide: quelli che si appassionano ai suoi guai in famiglia, da un lato. Dall’altro quelli che 1) non gliene può importare di meno e magari anche 2) provano un profondo imbarazzo, per se stessi e i protagonisti, a vedersi piovere addosso una telenovela in cui sono più forti e pesanti le cose che si sottintendono. Con annesso lato morboso, quindi: non è questione di violenza in tv o di evidente pornografia dei sentimenti, altrove se ne consumano a valanga ogni pomeriggio tv. Se qualcuno ci trova invece narrazione uman-qualcosa di un certo valore, buon per lui e magari ha anche ragione. Rimane la questioncella della presunta nuova Rai: non si capisce bene a cosa serva togliere la cronaca nera e inserire però questi pezzi di tv “faida- te”: magari c’era una fetta di pubblico che sulla precedente questione dei Forestali in Sicilia aveva anche tollerato il governatore Crocetta esplodere contro gli interlocutori e l’aveva giudicata tv di pubblica utilità, in qualche modo. La confessione del giovane Muccino – «vi porto un’autentica carriola di fatti miei» – è un altro punto di non ritorno o passa e va restando materia per appassionati lubrichi del ludibrio? Saperlo, ma anche no. Curiosamente giorni fa era girata la quasi inconsolabile ipotesi di un Giletti pronto a trasferirsi a Mediaset: ne ha davvero bisogno?