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 2016  aprile 04 Lunedì calendario

Elogio della buona e vecchia lavagna di ardesia

Cammino una domenica mattina nella città vuota. Passo vicino a una scuola. Le scuole deserte sono tristi, in questa poi ci sono accumulate nel cortile sedie rotte e lavagne abbandonate. Queste sono nere, di ardesia. Non si usano più. Non solo sono state sostituite nelle aule dalle lavagne bianche, su cui si disegna, o scrive con il pennarello (quasi un pattinare, con segni poco definiti), ora ci sono le Lim, acronimo di Lavagna interattiva multimediale, computer connessi a uno schermo touch, attraverso cui si accede a contenuti multimediali, composti d’immagini, power point, dvd. Sono collegate alla rete, per cui sono schermi. Sono finestre affacciate in un altro mondo. 
Sembra che la prima lavagna di ardesia sia stata usata a West Point, all’accademia militare americana, nel 1809, anche se l’ardesia era già stata usata per scrivere. Quello che ha cambiato tutto è l’uso del gesso, un tracciante che deposita la propria materia sulla superficie della lavagna. Anche il pennarello fa la medesima cosa, ma è una traccia più labile, dato che rilascia del colore, mentre il gesso si consuma sulla superficie della lavagna. Alla fine, quando si è scritto frasi o equazioni, non resta che in mano un mozzicone, o più nulla: il gesso si esaurisce. 
Scrivere su una lavagna nera è perciò anche un consumare i pensieri (non è solo metaforico); è mettere bianco su nero; il contrario dei quaderni, su cui s’impara a scrivere da bambini: nera scrittura su bianca superficie. Proprio per essere il contrario del foglio del quaderno, la lavagna è così importante. E poi la lavagna è anche un quaderno aperto davanti a tutti. Ci scrive il professore, ci scrivono gli allievi; lì si sostengono le interrogazioni: «Vieni alla lavagna». 
Non sarà facile fare senza delle lavagne di ardesia come quelle che sono abbandonate in questo cortile. Le idee e i pensieri che apparivano su questo tipo di lavagna sono sicuramente diversi da quelli che si addensano su una Lim. Il fatto di compiere un movimento di sfioramento (toccare la superficie elettronica è quasi una carezza) fa emergere pensieri diversi da quelli che nascono dallo scrivere con i gessetti, facendo forza sul nero. Su quel nero di ardesia i pensieri e le idee vengono per affioramento, sulla Lim per giustapposizione, accostamento. Sono già dati, bisogna solo «costruirli». La Lim invita al montaggio, come in un’attività compositiva con elementi dati: un atto inventivo. Sulla ardesia invece bisogna creare: dal nulla.