Corriere della Sera, 4 aprile 2016
Tocca alla Gran Bretagna: 150 atleti sono dopati. E mancano solo 123 giorni alle Olimpiadi di Rio
I ciclisti inglesi al Tour de France, un campione di pugilato, un noto giocatore di cricket, tennisti, atleti delle arti marziali e – soprattutto – calciatori della Premier: Arsenal, Chelsea, Leicester e Birmingham City. Sostiene il Sunday Times che nella lista della spesa del dottor Mark Bonar, 38 anni, molto attivo in una clinica privata di Londra (l’Omniya di Knightsbridge), specializzato in cure contro l’invecchiamento, negli ultimi sei anni siano comparsi più di 150 sportivi britannici per essere trattati con Epo, steroidi e ormone della crescita, fino a ottenere «fenomenali miglioramenti nelle prestazioni».
L’ultimo scandalo dello sport mondiale (sempre che il dottor Bonar, smascherato dai cronisti sotto copertura, non sia un mitomane...) coinvolge la Gran Bretagna e travolge l’Agenzia antidoping inglese (l’Ukad lavora con un budget di 6 milioni di sterline), fino a qui dormiente però – ecco il paradosso – incaricata di investigare sul doping di Stato della Russia e di sovrintendere, il prossimo agosto, sui Giochi di Rio. Che credibilità potranno avere, in Brasile, guardie che non sono in grado di scovare i ladri in casa propria?
John Whittingdale, sottosegretario alla cultura e allo sport del Governo inglese, si è affrettato a ordinare un’inchiesta sulle eventuali negligenze/complicità della Ukad: il sospetto è che non si fosse attivata quando, nel 2014, un atleta positivo aveva rivelato le pratiche illecite della clinica del dottor Frankenstein. Rob Brinded, ex preparatore atletico del Chelsea, sarebbe stato il contatto tra Bonar e la Premier League, che ieri è insorta minacciando querele. Sia il Leicester di Ranieri, in vetta, che Arsenal e Chelsea negano qualsiasi coinvolgimento con il medico dopatore, anche se non è escluso che i giocatori abbiano potuto frequentarlo privatamente. Il Sunday Times non fa i nomi degli atleti, Brinded nega di conoscere Bonar (che pare non abbia la licenza per esercitare in Inghilterra e che era già finito sotto inchiesta per aver continuato a trattare una paziente senza avvertirla di avere un tumore in fase terminale), l’Ukad spiega di non avere alcuna giurisdizione sui clienti di una clinica privata. Dopo Russia, Kenia, Cina, tocca alla Gran Bretagna delle 65 medaglie a Londra 2012. È uno sport malato. Meno 123 giorni a Rio.