la Repubblica, 2 aprile 2016
Lo strappo dell’ingrata Camila Giorgi
Più colpo di scena che pesce d’aprile, Camila Giorgi – seguendo il suo personale stile di vita – spara su Internet la notizia che crea un qualche sussulto nel mondo del tennis femminile italiano.
«Camila Giorgi ed il suo staff comunicano che si è giunti all’interruzione dei rapporti con la Federtennis, che agirà come a suo tempo fatto con Simone Bolelli. Camila non parteciperà dunque alla Fed Cup, ma disputerà le qualificazioni del torneo di Stoccarda».
Per comprendere appieno, va detto che la nazionale deve giocare il 16 e 17 aprile a Lleida contro la Spagna: chi perde retrocede in serie B, e sarebbe un’onta per le ragazze della Fed Cup che hanno dato lustro all’Italia dal 2006 ad oggi. Cosa può essere successo tra la Giorgi e la Federtennis? Nulla, in realtà. Il punto, semplicemente, è che Camila Giorgi esegue le direttive di papà Sergio. Genitore di origine argentina, e coach aggiunto. I cui capelli ricordando tanto il Casaleggio del Movimento 5 Stelle, e anche un certo carattere fumantino. Potrete parlarci delle ore, ma non lo sposterete mai dalle sue convinzioni.
È un clan familiare, quello dei Giorgi. Chiuso, ermeticamente. Sono tanti gli aneddoti: si racconta che Camila sia gioviale in assenza del padre, ma taciturna in sua presenza. Ancora: a Marsiglia, primo turno di Fed Cup contro la Francia, Giorgi sr ha litigato con Francesca Schiavone, rea di dare consigli tecnici alla propria figliola: «Che capisci di tennis, tu?».
Il gran rifiuto è dovuto a pianificazione squisitamente tennistica, con la Fed Cup al momento sbagliato. Dimenticando gli obblighi morali, e non solo: Camila si allena gratis (con alloggio) dal 2014 a Tirrenia, che è proprietà della Federtennis. Grazie ai precedenti impegni di Fed Cup la Giorgi (come le altre azzurre) ha incassato premi per 55mila euro.
Binaghi e Barazzutti (il ct) sono rimasti colpiti dalla presa di posizione della ragazza, delusi anche dal fatto che il clan Giorgi s’è dimenticato del prestito d’onore, quel contratto firmato con la Fit che le ha fatto percepire altri 145mila euro, a patto di non saltare mai una convocazione in nazionale. È abbastanza immaginabile che, giunti a questo stato di cose, la Fit chiederà la restituzione in toto della cifra, in attesa di decidere sulle sanzioni, peraltro già accennate dalla stessa Giorgi (il caso Bolelli, relativo al 2008).
Questo “no” conferma l’anomalia del clan Giorgi e, forse, apre la strada alla terza fase della vita sportiva di Camila, dopo quella americana e italiana: più di una volta Giorgi sr ha decantato le lodi dell’Argentina. Sarà la prossima patria tennistica?