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 2016  aprile 02 Sabato calendario

Due ritratti di Gianluca Gemelli, un uomo a terra

Giusi Fasano per il Corriere della Sera
Ritratto di un uomo a terra. «Se penso al prezzo che sta pagando Federica....se penso ai miei figli...». La parola più pronunciata in questi ultimi due giorni è «dispiacere». Un «dispiacere immenso per la situazione che si è creata in questo momento» e per «quello che devono sopportare le persone alle quali voglio bene». Giorni e ore «di tormento». Una condizione «che fa male». E «anche se so che tutto si potrà chiarire», anche se «ho fiducia nella magistratura», in questo momento «sto vivendo una grande sofferenza».
Così Gianluca Gemelli, classe 1974, nato ad Augusta (Siracusa) imprenditore sconosciuto al grande pubblico fino a due giorni fa e all’improvviso diventato, diciamo così, uomo del momento, nome catturato dai motori di ricerca e legato per sempre – da ora in poi – all’inchiesta che ha costretto alle dimissioni la ministra Federica Guidi, la donna che vive con lui e che è la madre del suo terzo figlio (altri due li ha avuti da un precedente matrimonio).
A dire il vero anche lui, Gianluca, ha dato le dimissioni, ieri, da commissario di Confindustria di Siracusa: ha preso carta e penna e ha scritto ai probiviri per togliere il disturbo da quel posto che aveva tanto caldeggiato il suo mentore, Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere e uomo simbolo delle lotte contro le infiltrazioni mafiose nelle attività produttive siciliane.
A sentire chi lo conosce è un insieme di contraddizioni, quel giovane imprenditore compagno dell’ormai ex ministra per il quale i magistrati avevano chiesto l’arresto (negato poi dal gip).
Gianluca Gemelli? Un po’ populista, un po’ d’élite, di lotta ma anche di governo, un post sulle imprese e la crisi e uno su «certe persone che sono castori, passano la vita a rosicare».
Visto da quel che ha scritto in questi anni sui suoi profili Twitter e Facebook, si direbbe che quest’uomo abbia ondeggiato parecchio fra un pensiero e il suo contrario, fra argomenti terribilmente seri e massime da adolescenti.
Salvo tornare ogni volta al punto di partenza: una frase, una considerazione, una riflessione anti-casta, quasi a far capire che alla fine lui, imprenditore illuminato, stava dalla parte giusta, quella dei «lavoratori, disoccupati, pensionati... persone perbene», le stesse alle quali augurare buon primo maggio.
Fra i suoi tweet una collezione di messaggi «ai politici». Per esempio: «Il governo ha carta bianca per tartassare i cittadini ma non può abbassare gli stipendi dei parlamentari...BUFFONI!!!», oppure «Se non adeguate i vostri stipendi a quelli europei non potete permettervi di chiederci sacrifici. La gente è stanca di voi!!!», o ancora: «Ok con i sacrifici... A quando l’eliminazione delle province e dei 50.000 posti di sottogoverno?», o anche: «In Italia le cose intelligenti che creano snellimento burocratico e concorrenza leale non vengono recepiti dai nostri politici».
Sempre quell’approccio da bar, quei «nostri politici». Possibilmente dell’intero arco parlamentare.
Fino a due giorni fa il Gemelli-pensiero sulla politica e sulla casta è una goccia invisibile nel mare del web e, per quanto importante, anche il suo ruolo da imprenditore e uomo di Confindustria non risulta di primo piano.
Poi arriva l’ordinanza della Direzione distrettuale antimafia di Potenza e nel giro di un’ora cambia tutto. Visibilità alle stelle, anche perché è chiaro fin dal primo istante che questa faccenda va ben oltre le conseguenze giudiziarie e il primo a saperlo è proprio lui, costretto a vivere in diretta il dramma e l’annuncio («Mi dimetto») della sua Federica.
E così da giovedì mattina all’orizzonte di Gianluca c’è quel «dispiacere immenso» e un solo obiettivo: parlare con i magistrati, «spiegare, fargli capire, chiarire ogni dettaglio», insiste lui con l’avvocato Paolo Carbone mentre studia le 726 pagine che gli hanno notificato, in cento delle quali compare il suo nome. «Diciamogli che voglio farmi interrogare subito» ha detto chiedendo di presentare l’istanza perché mettano a verbale quello che ha da dire già la settimana prossima.
Impaziente. Come quando ad aprile del 2013 invocava via Facebook le dimissioni dei soliti politici che «dimostrano giornalmente di non meritare la nostra fiducia»: devono «definitivamente andare a casa» scriveva.
Fra barzellette, vignette, post anti-Prodi, anti-Bersani, anti-Grillo e anti-Renzi, l’imprenditore siciliano ha sempre trovato spazio per personalissime campagne di solidarietà. Dal cane eroe che salva il bambino e poi muore, all’antimafia con la citazione di Paolo Borsellino, dall’appoggio ai Marò al sostegno per il figlio di un amico, imprenditore suicida. Se non ci fosse nome e fotografia accanto a quel che scrive si potrebbe scambiarlo per un ragazzino che vive di antipolitica e aforismi. Uno parla del voltar pagina nella vita: «Arriva il momento in cui è necessario farlo per ricominciare».

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Emanuele Lauria per la Repubblica
 C’era una «strada gemellica » che univa Roma e la Sicilia. Un filo che, mutuando l’espressione del dirigente Total Giuseppe Cobianchi, conduceva dal ministero dello Sviluppo Economico ai potenti industriali della Sicilia con solidi addentellati nelle istituzioni regionali. A saldare quel rapporto c’era lui, Gianluca Gemelli, imprenditore di Augusta e compagno di Federica Guidi.
Non ha avuto remore l’ex ministro, il 21 aprile del 2015, nel firmare un decreto che prorogava sine die l’incarico di presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta ad Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia che in quel momento era già indagato in concorso esterno per associazione mafiosa. La sua nomina è stata “congelata” sino alla fusione con le Camere di Agrigento e Trapani che, un anno dopo, non è ancora avvenuta. Circostanza che, all’inizio di marzo, è finita in un’interrogazione di quattro senatori grillini (primo firmatario Luigi Gaetti) in cui si sottolineano «gli ottimi rapporti fra Montante e il ministro Guidi alimentati anche da conoscenti comuni come Gianluca Gemelli» e si afferma che questi rapporti «hanno messo in sicurezza gli assetti del potere delle nuove Camere di commercio e bloccato qualsiasi doverosa iniziativa per la destituzione o sospensione di Montante indagato per gravi reati». È vero che la Guidi ha disposto, con analoghe modalità, anche l’accorpamento delle Camere di commercio nel resto d’Italia ma perché non ha usato maggiore prudenza nei confronti di un imprenditore alle prese con gravi accuse? E perché il potere di sovrintendere alle fusione delle tre Camere è stato dato proprio al segretario generale della piccola Caltanissetta, cioé a un fedelissimo di Montante?
Sono interrogativi che portano, appunto, al ruolo di Gemelli, amico e socio in un’azienda di servizi (Sga Ambiente) anche di Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria. Pure Lo Bello è presidente di una Camera di commercio (quella di Siracusa), pure lui è stato prorogato dalla ministra senza un termine. Si aspettano elezioni che non arrivano, perché nel frattempo è esploso lo scandalo di piccole associazioni di categoria determinanti nell’urna che da un anno all’altro, in piena crisi economica, hanno visto aumentare del 70 per cento i propri iscritti. Indagano le Procure di Catania e di Palermo ma nessuno, a Roma come alla Regione guidata da Crocetta (sponsorizzato da Confindustria alle elezioni del 2012), è intervenuto. E le Camere, in Sicilia, sono una straordinaria leva di potere, con un’influente partecipazione nelle società aeroportuali.
Quel che è certo è che Gemelli, negli ultimi anni, ha avuto significativi riconoscimenti in Sicilia. Nel 2014, l’anno in cui è cominciata l’esperienza di Renzi con la Guidi ministro, Montante ha cooptato l’imprenditore siracusano nella giunta dell’associazione siciliana. E il 28 ottobre del 2014 Gemelli ha ottenuto la nomina nello Ias, Industrie acque siracusane, l’influente ente che si occupa delle depurazioni ad Augusta che ha come soci colossi del calibro di Eni e Esso. Chi designò Gemelli nel cda? L’Irsap, istituto controllato al 60% dalla Regione di Crocetta. E alla guida dell’Irsap c’era Alfonso Cicero, allora molto vicino a Montante ma oggi fra i primi accusatori del presidente. Questa vicenda è finita all’attenzione dei magistrati. Poi, nel dicembre del 2015, la nomina di Gemelli come commissario di Confindustria a Siracusa, decisa in via dell’Astronomia con il “gradimento” dei vertici siciliani.
È un grumo di interessi, quello che si è formato in questi anni attorno a Confindustria in Sicilia. Dietro i soliti noti c’era Gemelli, giovane imprenditore pronto a bacchettare la casta nei tweet ma abile a muoversi nella zona grigia fra politica e affari. Ora Gemelli si dice «assolutamente estraneo» alle accuse delle carte dell’inchiesta di Potenza e chiede di essere sentito dai magistrati. «Sono gli unici a cui devo riferire», dice. Negandosi a giornalisti ed amici. Cercando rifugio in un anonimato nel quale fino a ieri si era mosso.