MilanoFinanza, 31 marzo 2016
Le banche cinesi stanno rischiando grosso
Stare alla larga dalle banche cinesi. Questo il consiglio che arriva dalla società di asset management Tiburon Partners, che in un report spiega come il precario stato di salute degli istituti di credito rappresenti un rischio per l’economia globale. «Personalmente ritengo le banche cinesi siano tra le scelte di investimento da scartare», afferma Stewart Paterson a Cnbc. «È come se fossero organi dello Stato, messi lì per soddisfare l’agenda del Partito Comunista cinese e francamente non so perché un investitore possa volerne diventare azionista».
Nel report del fondo, anticipato a Cnbc, la stima di Paterson è che il settore bancario cinese valga 3,5 volte l’intera economia. Le banche commerciali locali, controllate dallo stato e chiamate big four, secondo Forbes sono le più grandi a livello globale sulla base di fatturato, utili, asset e valore di mercato. Attualmente la capitalizzazione delle quattro banche – Icbc, China Construction Bank, Bank of China, Agricultural Bank of China – ammonta a quasi un migliaio di miliardi di dollari. «Quello che vediamo è un continuo calo del rendimento degli asset del comparto», continua Paterson, «causato dalla redditività inferiore dell’industria cui hanno prestato denaro». L’esperto spiega come durante la crisi finanziaria globale le banche cinesi siano state usate dal governo come veicoli attraverso i quali iniettare stimoli all’economia globale. Il risultato? I livelli di debito dei governi locali e delle aziende statali sono cresciuti enormemente. Di conseguenza le banche si ritrovano elevati volumi di crediti inesigibili, problema che sta peggiorando dato che la profittabilità industriale continua a calare e i debitori hanno difficoltà a ripagare gli interessi legati al debito. «Per questo ci attendiamo un buon numero di ricapitalizzazioni nel settore bancario cinese: come questo avverrà non è ancora chiaro», conclude lo studio di Paterson.
Ieri per le banche cinesi è stata anche la giornata dei numeri: Bank of Communications, quinto istituto di credito del paese, ha ammonito che quest’anno sarà difficile mantenere l’1% di crescita dei profitti messo a segno l’anno scorso e che aumenteranno i crediti inesigibili. Icbc ha comunicato un utile del quarto trimestre invariato rispetto a un anno fa a 8,55 miliardi di dollari mentre China Construction Bank ha riportato un calo del 2,5% degli utili. Solo Bank of China ha messo a segno utili superiori alle previsioni pur tagliando il suo dividendo a 0,175 renminbi per azione a fronte dei 0,19 pagati nel 2014. L’utile netto ha toccato i 23,35 miliardi di euro, un dato che ha superato le attese degli analisti. Sempre ieri il debutto all’Hong Kong Stock Exchange di due banche cinesi, China Zheshang Bank e Bank of Tianjin, non ha convinto gli investitori. I titoli dei due istituti cinesi di media capitalizzazione (quello di Zheshang Bank è stato il più importante debutto in borsa pari a 1,7 miliardi di dollari) hanno chiuso le contrattazioni piatti.