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 2016  marzo 31 Giovedì calendario

Gli scarpini di Messi che hanno offeso l’Egitto

Leo è uno che si dà, nella vita e nel lavoro. Sente la responsabilità nei confronti del pubblico e la onora in pieno. Leo è ovunque, non riposa mai, lascia qualcosa di sé in ogni luogo che visita e a tutte le persone che lo avvicinano, e sono tante. Leo Messi è il più bravo calciatore del pianeta, forse di tutti i tempi, eppure non molla nulla, ha una generosità di sé e del suo talento che pochi fuoriclasse dimostrano. Messi regala emozioni in ogni caso, oppure fa incavolare mezzo Egitto con un semplice regalo, ma in quel caso tanto peggio per loro, e in fondo sono emozioni pure quelle. Ora ad esempio è stato in Sudamerica per le qualificazioni mondiali e non si è certo nascosto, né ha chiesto minuti di riposo come fanno certi suoi colleghi: 90 minuti contro il Cile a Santiago e 90 contro la Bolivia a Cordoba, nello stadio intitolato a Mario Kempes vivente, e l’Argentina ha vinto tutte e due le partite. A Santiago è rimasto un po’ nell’ombra ma ha lavorato per i compagni, a Cordoba li ha trascinati alla vittoria e segnato il rigore del 2-0, dopo aver avviato l’azione del primo, in una gara piena di piccole e grandi meraviglie, compreso un dribbling lungo 40 metri con cinque avversari saltati come paletti e chiuso banalmente, trascinandosi la palla fuori dal campo, ma tanto è bastato per far diventare virale la sequenza in rete.
Così fanno 50 gol in nazionale (46 di sinistro), ora è secondo dietro a Batistuta, che ne segnò 54, e per i casi del destino Batigol segnò il cinquantesimo in nazionale proprio a Cordoba, e nella stessa porta. Ai 50 in nazionale se ne aggiungono 449 con il Barcellona per un totale di 499, il che ci conduce al Clasico di sabato, Barcellona- Real, nella sera in cui il mondo blaugrana omaggerà a dovere Johan Cruijff (a cominciare da un immenso mosaico con la scritta in catalano “Gracies Johan”), ispiratore di tutto ciò che è stato il Barça negli ultimi 40 anni, Messi compreso. Il gol numero 500 di Leo (finora 499 e 201 assist in 627 gare ufficiali) potrebbe dunque arrivare in un Clasico particolarissimo, e in effetti la sceneggiatura sembra già scritta per celebrare l’evento nella gara più sentita da Messi (già 21 gol al Real) e dal mondo barcelonista. Lui è prontissimo: «Sarebbe meraviglioso segnare il cinquecentesimo gol nel Clasico», mormora prima di prendere l’aereo per l’Europa, dopo una settimana in cui il Sudamerica si è prostrato ai suoi piedi. A Santiago una procace fanciulla è riuscita a strappargli una foto in quanto “sua tifosa numero uno al mondo” per via del tatuaggione col volto di Leo che si è stampata sulla gamba (molto in alto sul quadricipite, pericolosamente vicino al gluteo), a Cordoba la Pulce è rimasta in mutande per aver offerto i calzoncini a un tifoso che si era intrufolato nella calca, e non parliamo delle decine di foto e autografi a gente comune o bambini malati che Leo non ha negato. Poi, per generosità, è finito in una grottesca polemica col mondo arabo, dopo che in un’intervista alla tv egiziana Mbc Masr ha regalato un paio di suoi preziosi scarpini, da destinare a un’asta di beneficenza. Ma per gli egiziani, e in assoluto per gli arabi, mostrare le scarpe o le suole è un’offesa. Su Messi sono piovuti così insulti, tra gli altri, da un deputato del parlamento e dal portavoce della federcalcio, ma è stato tutto un gigantesco equivoco, acuito dalla popolarità planetaria del protagonista. Lui voleva solo essere gentile, e dare un altro pezzetto di sé.