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 2016  marzo 31 Giovedì calendario

Breve ritratto di Flavio Cattaneo

La sfida che l’attende al vertice di Telecom non è certo delle più semplici. Ma Flavio Cattaneo, classe 1963, ha già dimostrato di sapersi destreggiare anche nei ruoli più difficili, a cominciare dall’ultima impresa: il rilancio di Ntv, che lascerà nei prossimi giorni dopo averne rimesso in carreggiata i disastrati conti.
Laureato in architettura, con una specializzazione in direzione aziendale, inizia a lavorare subito nell’impresa di famiglia, attiva nel settore dell’edilizia, della quale presto si trova alla guida, prima di passare, nel 1999, alla Fiera di Milano come commissario speciale. Ed è questo il primo difficile banco di prova per il manager lombardo che era stato, dal 1998 al 2001, anche vicepresidente di Aem-A2A. Nel 2001, Cattaneo si trova quindi a dover gestire la quotazione della società a Piazza Affari, operazione osteggiata e considerata impossibile da molti visto il delicato momento attraversato allora dai mercati finanziari. Ma il numero uno dell’ente fieristico non demorde e lancia con successo il collocamento dell’azienda – la prima struttura del genere a scegliere allora quella strada – presso il segmento Star di Borsa Italiana.
Due anni dopo, nel 2003, approda in Rai come direttore generale e, nonostante la giovane età – a 39 anni infatti è il più giovane dg nella storia della tv pubblica (ma è stato anche tra i più giovani a ricevere l’onorificenza di Cavaliere del lavoro nel giugno 2011) – porta l’azienda al miglior utile della sua storia e riesce a bissare il risultato anche l’anno successivo. Ma la sua esperienza nella tv pubblica arriva al capolinea a marzo del 2005 quando, nonostante i due bilanci chiusi in positivo, viene sfiduciato dal cda Rai.
Nel novembre dello stesso anno, passa quindi in Terna, la società che governa una delle infrastrutture strategiche del Paese, e la trasforma completamente: da piccola e semisconosciuta ex costola dell’Enel, l’azienda diventa, sotto la sua guida, una delle realtà industriali d’eccellenza nel panorama italiano ed europeo. Grazie ad una strategia che negli anni è diventata il dna stesso della società – basata sul doppio binario delle attività tradizionali, remunerate con le tariffe, al quale si è aggiunto quello della ricerca e sviluppo di progetti in settori non regolati ad alto potenziale di sviluppo – la Terna targata Cattaneo cambia quindi radicalmente il volto della rete elettrica nazionale, creando valore per i suoi azionisti con un rendimento complessivo tra i più alti di Piazza Affari. In otto anni Terna riesce infatti a distribuire ai propri soci – anche per via delle plusvalenze degli investimenti sulle attività non regolate introdotte da Cattaneo (cessione della controllata brasiliana nel 2009 e dei progetti sul fotovoltaico nel 2010 e 2011) – 2,8 miliardi di dividendi, con un rendimento per le cedole di oltre il 6%, uno dei più attraenti del mercato internazionale.
Al vertice della società, Cattaneo porta l’azienda a investire quasi 9 miliardi euro complessivi. Uno sforzo, proseguito anche dal suo successore Matteo Del Fante, che ha consentito all’Italia di azzerare il gap infrastrutturale nei confronti degli altri Stati europei e che ha portato Terna a superare i principali gestori di rete europei in termini di accelerazione sullo sviluppo infrastrutturale. Il tutto senza pesare un euro sulle casse dello Stato ma generando oltre 5 miliardi di euro di risparmi per il sistema elettrico. Risultati che hanno fatto guadagnare alla società anche importanti riconoscimenti: nel 2010 e nel 2013 l’organismo internazionale EEI ha premiato Terna come migliore azienda energetica europea per il rendimento degli ultimi 6 anni e, sempre nel 2010, Cattaneo è stato designato miglior manager italiano, e quinto in assoluto, nel campo dell’energia, tra oltre 40 top manager europei.
Nel maggio del 2014, arriva poi l’addio alla società per il limite dei tre mandati fatto valere dal governo Renzi. Ma, di lì a poco, il manager lombardo viene cooptato nel cda di Ntv e nominato amministratore delegato con il compito di rimettere in sesto l’azienda. Una missione, quest’ultima, che Cattaneo porta termine nel giro di poco più di un anno imprimendo un cambio di rotta sostanziale attraverso un piano di ristrutturazione e rilancio del business, supportato dagli azionisti, che ha consentito all’azienda di centrare l’agognato turnaround e, per la prima volta dall’avvio delle sue attività, di mandare in archivio il bilancio 2015 senza perdite – l’utile si è attestato a 1,8 milioni contro il rosso di 85 milioni dell’anno precedente – e con margini positivi (Ebitda a 58 milioni a fronte dei -10 milioni registrati l’anno prima). Ai soci di Ntv toccherà ora il difficile compito di individuare un successore che sia in grado di mantenere questa rotta.