La Stampa, 30 marzo 2016
Ciclismo, più morti che in Formula Uno
La morte di Demoitié, investito da una moto nella Gand-Wevelgem, suscita un interrogativo: il ciclismo è diventato più pericoloso anche di F1 e MotoGp?
No, anche se resta fra gli sport più rischiosi. Il paragone con i motori però non regge, perché in F1 i Gp sono una ventina (quest’anno 21) e i piloti in gara 22, mentre nella MotoGp sono anche meno: 18 gare e 21 piloti. Nel ciclismo le corse professionistiche del 2016 arrivano a 400 (e molte sono a tappe: 21 in Giro, Tour e Vuelta) e i corridori che vi possono partecipare oltre 1000. In proporzione quindi gli incidenti mortali nel ciclismo sono assai meno numerosi rispetto alla F1 o alla MotoGp.
Che cosa si può fare allora per ridurre al minimo i rischi nel ciclismo?
Molto si è già fatto, per esempio rendendo obbligatorio il casco che all’inizio molti corridori non volevano e potevano togliere nei finali in salita. Col casco forse Ravasio nell’86 e Casartelli nel ’95 si sarebbero salvati.
Non si può pensare ad altri accorgimenti: protezioni sul corpo come nelle moto o airbag come nello sci?
Renderebbero più difficoltosi certi movimenti dei corridori, aumentandone paradossalmente i rischi. Si stanno però studiando dei nuovi materiali, da indossare sotto le magliette, che attutiscano i colpi. Quando però si viene travolti da una moto in corsa, c’è poco da fare.
Ma non si può ridurre il numero di moto e auto in mezzo ai corridori?
Sembra la cosa più ragionevole, proprio in Belgio le moto dei fotografi per esempio sono troppe. Inoltre non sembra logico che possano circolare a fianco dei corridori anche le auto dei vip o di certi sponsor.
Ma non ci sono anche troppi corridori in gara?
È vero, 200 ciclisti al via sulle strade strette della Gand-Wevelgem erano troppi. Non dimentichiamo che Demoitié è stato investito dopo essere caduto. In certi casi meglio non superare i 120-130 concorrenti in gara.
Non si possono rendere più sicure anche le bici?
Ci sono regole precise, le bici per esempio non possono pesare meno di 6,8 kg e sono fatte con materiali all’avanguardia. Qualche dubbio però suscitano le ruote in carbonio ad altro profilo e i freni a disco. Forse dal punto di vista meccanico si può e di deve ancora fare molto.
E gli auricolari dei corridori? Sono davvero utili o possono distrarre?
Le opinioni sono discordanti. Per alcuni aumentano la sicurezza perché permettono di avvisare tempestivamente i corridori di eventuali pericoli, secondo altri aumentano soltanto la tensione e lo stress, impedendo inoltre a chi li indossa di sentire i pericoli e gli avvertimenti di chi pedala vicino.
E i percorsi? Per esempio non andrebbero evitate certe discese pericolose?
Così si rischierebbe di snaturare l’essenza del ciclismo. Se mai si potrebbe fare più attenzione nell’evitare i tratti con rotonde, spartitraffico, strettoie, tombini, curve in contropendenza, strade dissestate e altri tranelli.