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 2016  marzo 30 Mercoledì calendario

Il teatro San Marco, quello dove nacque il Pci, sta crollando

Era il 21 gennaio, l’anno il 1921 e Livorno era già la città di Costanzo Ciano. Il congresso del Psi si chiuderà con un finale storico: la secessione e la nascita del Partito comunista, doveva tenersi a Firenze, ma all’ultimo momento decisero Livorno perché offriva, nonostante fosse già fascistizzata, più garanzie. La storia si trasferisce dal centralissimo teatro Goldoni al San Marco, un teatrino già dismesso e che non sarà mai più tale. Allora, quando si consumò lo strappo, ci pioveva, oggi, settant’anni suonati dopo, rischia di crollare, anche se il Comune annuncia che i lavori saranno fatti, per ora è transennato.
Nel frattempo Livorno, che dopo l’8 settembre diventò la città più rossa d’Italia, oggi si è trasformata nel laboratorio dei Cinque stelle. Un’altra epoca, insomma. Ma quel monumento, mai celebrato, rischia di fare la fine del mausoleo di Ciano: una rovina. Livorno è così: una città che nasce con la caduta del primo ramo dei Medici, quando Lorenzino, detto Lorenzaccio, uccide suo cugino Alessandro e cambia il corso della storia. Accadde che Firenze, anni dopo, avesse bisogno di un porto indipendente da Pisa e aprì un borgo di pescatori a galeotti di mezza Europa. Fu popolata da un indulto e di storico non ha mantenuto proprio nulla.
L’ultimo museo visitabile, da fuori, era il San Marco. E non per un caso. Roma lo temeva, quel 1921. Quello che accadde era nell’aria. Giolitti aveva spedito 1.500 soldati, 1.000 guardie regie e 1.000 carabinieri. Arrivarono squadre di autoblinde. Non fu vigilia serena. L’inviato del Corriere della sera scriveva: “Si tratta di una singolare vigilia rivoluzionaria se, per tenere il loro congresso, i rivoluzionari si fanno proteggere dalla polizia dello Stato che vogliono abbattere”. Quel giorno stesso, dopo sei giorni di discussioni, l’ala della sinistra, Antonio Gramsci, Palmiro Togliatti, Bordiga e Terracini, lasciarono il Goldoni e si trasferirono al San Marco ed è lì che nacque il Partitone. Si farà un gran pezzo della storia d’Italia e dell’Europa. Ancora l’inviato del Corriere: “Fuori piove. I comunisti attraversano il centro mentre cantano l’Internazionale, scortati dalle guardie e seguiti da centinaia di operai. Il San Marco, che durante la guerra era un deposito, non è stato restaurato e dentro ci piove. Non ci sono poltrone. Il primo congresso finisce in piedi e sotto gli ombrelli”.
Questioni delle quali si occupa la storia. Oggi una targa racconta come “il 21 gennaio 1921 nacque il Partito comunista italiano avanguardia della classe operaia. Alla testa della democrazia nella trentennale battaglia contro il fascismo popolò dei suoi migliori le carceri e i campi di guerra. Sorretto dalla ideologia di Marx, di Engels, di Lenin, di Stalin, dall’esempio di Gramsci, sotto la guida di Togliatti prosegue la lotta per rompere le catene di un duro servaggio per la pace e l’indipendenza d’Italia nel socialismo. I comunisti livornesi”. Oggi ne sono rimasti pochi.