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 2016  marzo 30 Mercoledì calendario

La Telecom vuole Cattaneo ma lui dovrà rinunciare a tanti soldi

L’annuncio ufficiale potrebbe arrivare già oggi: il prossimo amministratore delegato di Telecom Italia sarà Flavio Cattaneo, che già siede nel consiglio di amministrazione e guida i treni Italo, della compagnia Ntv. Il suo nome era circolato spesso in queste settimane, un po’ perché se tra i consiglieri ce n’è uno che già è un capo azienda viene spontaneo pensare a lui. Un po’ perché il nuovo azionista di controllo di Telecom, Vincent Bolloré che guida Vivendi (primo socio con il 24,9 per cento) ci teneva ad avere un amministratore delegato italiano, per evitare di trasmettere l’impressione di una Telecom troppo francese.
Dieci giorni fa, Marco Patuano ha lasciato Telecom dopo 25 anni in azienda, gli ultimi prima come direttore generale e poi come amministratore delegato. Un divorzio senza rimpianti, visto che Patuano non era più in sintonia con gli azionisti (l’ultima frizione sulla cessione delle torri Inwit) e un po’ perché in questi ultimi due anni Patuano si era fatto garante di una strategia industriale e politica poi abbandonata.
Il governo Renzi ha coltivato a lungo l’idea di riportare lo Stato dentro Telecom per avere un’influenza diretta sugli investimenti per la banda larga e Patuano era la sponda della Cassa depositi e prestiti prima guidata da Franco Bassanini e poi dal nuovo presidente scelto dal premier, Claudio Costamagna.
Proprio l’ex banchiere d’affari ora alla guida di Cdp ha provato, in questi giorni, a suggerire soluzioni alternative o almeno ad affiancare un direttore generale con molti poteri a Cattaneo. Ma Renzi ormai si muove su altre linee: per la banda larga punta sull’Enel di Francesco Starace e con Bolloré ha un patto di non belligeranza.
Alla presidenza resta Giuseppe Recchi (arrivato nel 2014, prima era sulla poltrona più alta dell’Eni), che già con Patuano aveva deleghe pesanti come quella della comunicazione e che fin da subito è riuscito a diventare l’interlocutore dei nuovi soci francesi, gestendo anche il delicato passaggio da un amministratore delegato all’altro.
Se Telecom risolve un problema, se ne apre uno per Ntv che aveva appena celebrato il ritorno di un margine positivo a 50 milioni nel primo anno della gestione Cattaneo dopo i 50 10 milioni che perdeva sulla gestione nel 2014. Cattaneo ha ottenuto un contratto generoso (anche troppo, secondo i soci francesi di Sncf) legato ai risultati, Ntv gli riconosce il 10 per cento del margine operativo lordo conseguito. Quindi Cattaneo, oltre ai 600 mila euro di stipendio, ha diritto a un assegno da 5 milioni che chissà se verrà confermato con il passaggio a Telecom. Quasi certamente dovrà rinunciare agli stock grants, un premio in azioni pari 5 per cento del capitale della società di Italo.
Non sono note le condizioni che Telecom sta negoziando con il manager che ha guidato anche la rete elettrica di Terna e la Rai. Ma di certo dovranno essere competitive con quelle a cui Cattaneo rinuncia in Ntv.