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 2016  marzo 30 Mercoledì calendario

I tg dei premier. In Rai la presenza di Renzi batte quella Berlusconi e Letta resta il più ignorato

Perché di Enrico Letta ricordiamo soprattutto la tesissima consegna del campanellino (impugnato con disgusto, come un topo morto) a Matteo Renzi? Sarà perché prima, ancora in carica, Letta parlava poco e di Letta si parlava poco nei telegiornali. E dunque la scenetta di Palazzo Chigi è imperitura nella memoria degli italiani. Poi il fiorentino ha ritoccato i dati all’insù, straripando ovunque. I numeri Agcom sulla presenza dei presidenti del Consiglio nei tg ci forniscono una risposta definitiva, inconfutabile.
Questa elaborazione delle rilevazioni dell’Autorità prende in considerazione gli stessi mesi di anni diversi – soltanto per Letta s’è scelto dicembre perché a febbraio era in fase di trasloco – e il “tempo di antenna” (cioè le dichiarazioni dei premier più le notizie che li riguardano).
Dall’ultimo esecutivo di Silvio Berlusconi ai tecnici di Mario Monti, Enrico Letta è l’unico che non ha mai raggiunto il 15 per cento nei servizi politici dei telegiornali. Ignorato, e poi sovrastato dall’attivismo del segretario dem Renzi (dicembre 2013). Il fenomeno Monti, che a sorpresa ha staccato i colleghi, è quasi irrilevante: perché quel governo era senza opposizioni e perché i ministri erano obbligati a tacere. Escluso il professore, il 20,4 per cento di Renzi nei tg Rai è un traguardo imbattibile, anche per l’ex Cavaliere che pure controllava Viale Mazzini.
Palazzo Chigi gode sempre di melliflui ossequi in Viale Mazzini, ma quel che colpisce è l’attenzione che i telegiornali di Mediaset dedicano a Renzi: il 18,2%, appena 4 punti sotto il padrone-politico Berlusconi. Un paio di esempi sul fiorentino adorato al Biscione: il presidente Renzi registra il 26 per cento a Studio Aperto e il 25,8 a TgCom24 (gennaio 2016).
In Viale Mazzini gli equilibri storici vengono confermati: il Tg1 dà al premier il 21,5 del tempo e il Tg3 il 14 (febbraio 2016). Anche Sky Tg 24 assegna un ampio spazio al fiorentino, il doppio di quello che ritagliava a Letta. Questa è una base di partenza, perché c’è la truppa dei renziani nel governo e nel partito. Più voci, un pensiero. Quello di Renzi.