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 2016  marzo 30 Mercoledì calendario

Germania-Italia vista da Gianni Mura

Benino col Belgio, pur perdendo. Bene con la Spagna, pur pareggiando. Male, molto male con la Germania: un’Italia così opaca e slegata poteva solo perdere pesantemente, e questo è accaduto sotto la pioggia di Monaco. Dopo i tanti elogi, un brusco impatto che trova qualche spiegazione nella nostra squadra e negli avversari. Da 2-0 a 2-3 con gli inglesi a Berlino, usciti tra i fischi, i campioni del mondo non potevano permettersi un’altra magra. Hanno concesso all’Italia i primi 10’, poi hanno cominciato a guadagnare campo e fiducia. Molte assenze per Löw, ma non se n’è accorto nessuno. In apparenza, il 3-4-3 dei tedeschi era speculare al nostro, rimasto nelle intenzioni, perché gli azzurri si sono rattrappiti in un 5-4-1 né bello né utile. I tre attaccanti tedeschi (Götze, Müller, Draxler) si muovevano veloci e tecnici, mentre i nostri centrocampisti, sia i centrali (Montolivo, Thiago Motta) né gli esterni (Florenzi, Giaccherini) non garantivano sufficiente copertura alla difesa. Ad accrescere gli impacci, un attacco molto giovane (70 anni in 3) ma anche troppo timido. Sì è mosso un po’ meglio Insigne, pessimo nel tiro però. Di Zaza si ricorda il pressing a prescindere, avrebbe detto Totò, e un tiro al volo ribattuto, di Bernardeschi uno slalom all’inizio del secondo tempo. Poco, individualmente e collettivamente. L’impressione è che i giocatori non sicuri della convocazione abbiano giocato col freno a mano tirato, più tesi a evitare sgridate da Conte che a cercare con generosità, e magari sfrontatezza, il gran salto sull’ultimo vagone. Così la Germania festeggia una vittoria sull’Italia che non assaporava dal giugno del ‘95. Anche allora un’amichevole, a Zurigo. In panchina c’era Sacchi. Era finita 2-1. Forse Conte s’aspettava un’altra Italia. Certamente ha atteso troppo prima di fare i cambi. Più fisica, con El Shaarawy e Okaka, l’Italia ha meritato un gol, ma dopo una partita così credo che i dubbi per Conte siano aumentati. Un ritaglio per Jorginho si poteva trovare, il settore più bisognoso di essere puntellato è il centrocampo. Sono dettagli, chiaro. Se Montolivo sullo 0-2 avesse messo dentro col sinistro, forse avremmo visto un’altra partita e un altro risultato. Su questo, c’è poco da discutere e molto da lavorare. È stata la meno contiana delle Italie di Conte, e quella punita col punteggio più severo. Troppa sicurezza dopo la Spagna? Condizione atletica non ideale? Oggettiva inferiorità tecnica? Un po’ di tutto questo, ma Conte non ha altre partite prima di scegliere i 27 per la Francia. E quella di ieri, purtroppo, non è servita a chiarirgli le idee.