la Repubblica - Roma, 29 marzo 2016
Ultime sul caso di Claudio Nucci, il pierre romano accusato di sfruttamento della prostituzione minorile. Avrebbe filmato le scene di sesso e poi ricattato i ragazzi
«Mi mandavano filmati hard di loro spontanea volontà, non li ho mai costretti a fare nulla». Si è difeso così dalle accuse che lo hanno portato agli arresti Claudio Nucci, uno dei pr più quotati negli anni Novanta, in carcere dallo scorso febbraio per sfruttamento della prostituzione minorile. Un’inchiesta, quella a cui ha lavorato il pubblico ministero Eugenio Albamonte, coordinata dall’aggiunto Maria Monteleone, che ha scoperchiato un giro di prostituzione fatta di piccoli regali in cambio di prestazioni sessuali. «Consenzienti», secondo Claudio Nucci, 56 anni, che, evidentemente non ha voluto tenere conto della minore età di tre delle cinque vittime con cui ha consumato rapporti e del fatto che questo, per la legge, costituisca un reato. Ma come insegna la letteratura nelle peggiori storie torbide di pedofilia, non c’era solo lo scambio sesso- regali. Una volta entrati nel giro, infatti, i ragazzini non potevano più uscirne. «Quando gli ho detto che non sarei più andato a casa sua – ha raccontato agli inquirenti una delle vittime – mi ha detto che avrebbe diffuso i filmati hard sul web e che tutti mi avrebbero visto. Per questo ho dovuto continuare anche se volevo smettere». Ecco come il pr teneva sotto scacco i ragazzini, tutti romani e tutti maschi, della Roma bene, residenti nel quadrante nord della città, tra il Fleming, Ponte Milvio e la Flaminia. Una volta immortalati in pose e scene hard, quei video diventavano l’arma del ricatto e gli adolescenti per paura di uno scandalo con le famiglie e con i compagni di scuola, continuavano a prostituirsi. I tre minorenni (di 15,16 e 17 anni) e i due neodiciottenni finiti nel giro si conoscevano tra loro, era lo stesso Nucci a chiedere ai ragazzini di presentare gli amici che sceglieva in base alle foto prese dai loro profili Facebook. «Com’è bello quel tuo amico, perché non me lo presenti?», una catena che si allargava a macchia d’olio. Il “gioco”, che è poi diventato un incubo, è cominciato con la richiesta di amicizia sul social network Fb cui seguivano contatti in posta privata. L’uomo, conquistata la fiducia, chiedeva loro di mandargli dei loro video hard e in cambio gli faceva ricariche per i telefonini anche da 100 euro. Dal rendez vous virtuale passava poi a quello reale, invitando i giovani in diversi appartamenti di cui disponeva nei quartieri dove loro abitavano. E lì avvenivano i rapporti completi in cambio di soldi o di regali come felpe e scarpe griffate. Gli incontri sono andati avanti per mesi e se non fosse stato per la denuncia dello zio del più giovane delle vittime, nulla si sarebbe saputo, forse, del giro di prostituzione minorile. Gli inquirenti stanno valutando ora se altri ragazzini siano rimasti impigliati nella rete del pr: il portatile e il cellulare dell’uomo, sequestrati, contengono centinaia di video pornografici, ma non tutti gli adolescenti immortalati sono state sue vittime. Nel mondo della pedofilia i video vengono scambiati e scaricati ovunque. Anche per detenzione di materiale pedopornografico Nucci è stato denunciato.