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 2016  marzo 29 Martedì calendario

Il primo arresto in Italia per omicidio stradale

Primo arresto in Italia dall’entrata in vigore, lo scorso 23 marzo, della legge sull’omicidio stradale [leggi anche il Fatto del giorno]. Si tratta di un uomo che sabato sera, in seguito a uno scontro frontale tra due auto a Somma Vesuviana (Napoli), ha ucciso un giovane di 28 anni. I carabinieri hanno riscontrato una serie di motivi, a cominciare dalla forte velocità, che hanno consentito l’applicazione della norma anche se l’uomo, ferito nell’incidente, è ai “domiciliari” in ospedale. Prima di lui, la nuova legge aveva già portato alla denuncia della donna di Roma che, sempre sabato scorso, a bordo di un fuoristrada ha travolto alcuni ciclisti uccidendone uno sull’Aurelia, per poi fuggire e ritornare solo in un secondo tempo sul luogo dell’incidente.
Lo scontro è avvenuto sabato nel tardo pomeriggio in via San Sossio, nella zona industriale del piccolo centro del napoletano. Alessandro Pepe, 37 anni, stava guidando a oltre cento chilometri orari lungo la strada del centro urbano con limite di velocità a quaranta, nella corsia della direzione opposta alla sua. Con lui a bordo della Opel Corsa senza revisione, che era stata sequestrata nel novembre scorso, i due nipotini di dieci e dodici anni. Pepe, inoltre, non aveva la patente, che gli era stata revocata nel 2011 dalla prefettura di Napoli dopo una condanna per stupefacenti. Nell’istante in cui Pepe ha invaso l’altra corsia è comparsa la Toyota Yaris del ventottenne di Somma Vesuviana Antonio Tufano. Inevitabile e violento lo scontro frontale all’altezza del sottopasso della strada statale 268. Tufano è morto sul colpo. Nella Opel Corsa di Pepe due bambini feriti gravi, anche se non in pericolo di vita. E lo stesso Pepe ha riportato fratture in più parti del corpo. Tutti sono stati soccorsi e ricoverati al Loreto Mare di Napoli e all’ospedale pediatrico Santobono. Secondo la nuova legge, Pepe rischia fino a 10 anni di reclusione.
Durante i rilievi i carabinieri hanno ben presto chiarito la posizione scorretta della Opel (revisione scaduta nel giugno 2015) sulla corsia opposta di marcia e la forte velocità sostenuta, nonostante il limite di velocità e il divieto di sorpasso, con segni di frenata lunghi ben trentacinque metri. Ma sono state poi le indagini sull’automobilista a ricostruire la storia carica di infrazioni gravi di Pepe. All’uomo la patente era stata revocata dalla prefettura con provvedimento del 29 settembre 2011 in seguito a una condanna definitiva in corte d’Appello di Catanzaro per spaccio di droga. In seguito aveva richiesto il rilascio di una nuova patente, ma la prefettura aveva rigettato l’istanza per “mancanza di requisiti morali”. Pepe aveva comunque continuato a guidare, senza patente e senza mettere in regola la vettura, per giunta assumendosi la responsabilità di trasportare dei bambini. Le due auto sono state sequestrate, mentre il pm di turno della Procura della Repubblica di Nola ha firmato l’arresto in ospedale, dove ora Pepe è piantonato, in attesa della convalida del gip. Un arresto, in qualche modo, storico.