il Giornale, 25 marzo 2016
Frasario essenziale di Johan Cruijff
Un compendio del suo calcio, ironico, spavaldo, unico, fuori da ogni regola: «In un certo senso, forse sono immortale», disse il giorno che capì di esserlo.
Il calcio «Il calcio consiste in due cose. Quando hai la palla devi essere capace di passarla correttamente. E quando te la passano, devi saperla controllare. Se non la sai controllare, difficilmente la saprai passare».
La semplicità «Giocare a calcio è semplice, ma giocare un calcio semplice è la cosa più difficile che ci sia».
I paperoni «Perché non avresti potuto battere un club più ricco? Io non ho mai visto un mucchio di soldi segnare un gol».
Nè prima nè dopo «Tutti gli allenatori parlano di movimento, di correre. Io dico che non è necessario correre tanto. Si gioca col cervello. Devi essere al posto giusto al momento giusto, né troppo presto né troppo tardi».
Il regno «Nel regno dei ciechi lo strabico è il re, ma resta strabico».
Sull’Italia «A me del calcio italiano colpiscono i vuoti negli stadi italiani. La gente non si diverte più col vostro calcio».
Pibe&Leo «È nauseante paragonare Maradona a Messi. Chi ha visto giocare Maradona se l’è goduto e tutti quelli che oggi guardano Messi dovrebbero restare incantati da Leo».
La vita «Io ho fortuna, ma Dio sta con me».
La religione «Non sono credente. In Spagna tutti i 22 giocatori si fanno il segno della croce prima di andare in campo. Se avesse effetto, finirebbe sempre con un pareggio».
Predestinato «Durante ogni allenamento ti senti distrutto. Quando l’allenatore dà lo stop senti il cuore che batte vertiginosamente e allora devi riuscire a ricondurlo al suo ritmo normale in meno di due minuti. Se non ci riesci è meglio che apri una tabaccheria».