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 2016  marzo 25 Venerdì calendario

Troppo ricco per essere un pusher: assolto

L’hanno beccato – il 21 febbraio 2015 – con l’auto piena di droga. Piena zeppa: 12 involucri di cellophane che racchiudevano 597,6 grammi di polvere con cocaina pura per 471 grammi e corrispondenti a 3.144 dosi medie giornaliere. Un investimento, di almeno 30 mila euro. L’hanno beccato e arrestato per detenzione a fini di spaccio e poi processato a Firenze con rito abbreviato. Ma poi l’hanno assolto. «Se si esclude l’elemento del quantitativo detenuto – ha scritto nella sentenza il giudice Paola Belsito – assolutamente nulla negli atti di causa permette di affermare che detenesse per spacciare». Solo perchè non sono state trovate bilancine, né sostanze da taglio, né contatti telefonici con eventuali clienti. E allora, richiamandosi alla Cassazione (secondo cui il possesso di droga in quantità superiore ai limiti massimi consentiti non costituisce prova decisiva della destinazione della sostanza allo spaccio), il giudice ha ritenuto che l’imputato, di 42 anni, forte consumatore di cocaina e molto benestante, avesse comprato quelle migliaia di dosi soltanto per farne una provvista per suo uso personale. Una scorta sostanziosa, insomma. Prima della sentenza sono stati ascoltati uno psichiatra, un commercialista e il padre dell’imputato. Il primo ha spiegato che da giovane il suo paziente aveva fatto uso smodato di marijuana e poi era passato alla cocaina. Segnalato come consumatore nel 2014, non si era drogato per mesi. Nel febbraio 2015, pochi giorni prima del suo arresto, i controlli si erano conclusi in maniera positiva. Ma la lunga astinenza – secondo lo psichiatra – aveva scatenato in lui il craving, un bisogno incontenibile e urgente di droga. E poiché ha una personalità infantile e tende ad accumulare oggetti, probabilmente aveva deciso di accumulare anche cocaina. Il commercialista ha illustrato le condizioni economiche della famiglia e il padre, che gestisce una florida azienda, ha confermato che il figlio ha ricevuto doni in denaro ed eredità dai nonni, tanto che ora ha risparmi per 400mila euro. Conclusione del giudice: «L’imputato, grazie alla disponibilità economica, anche di denaro liquido, garantitagli dalla famiglia, e al fatto di essere un figlio e un nipote unico viziato oltre ogni limite, ha potuto coltivare il suo unico vizio pensando di farsi una consistente e smisurata scorta di droga risparmiando nell’acquisto». La procura generale ha impugnato l’assoluzione.