la Repubblica, 24 marzo 2016
Tutta la cocaina che gira per Roma. Una mappa dello spaccio
Una volta iniziato il festino, basta ripetere. Proprio come hanno fatto i due killer del Collatino con i loro 1.500 euro di cocaina. Per tre giorni Manuel Foffo e Marco Prato si sono chiusi al decimo piano di via Igino Giordani 2 con il loro carico di “merce”, senza chiudere occhio. E non erano soli: in quelle stesse ore a Roma altre migliaia di persone li imitavano. Senza uccidere, ma comunque foraggiando un mercato che non dorme mai.
In strada, nei locali, messa in movimento dal pusher di fiducia e dalla loro rete di fornitori: la cocaina scorre senza soluzione di continuità nelle vene della città. Il pomeriggio e la sera è sempre in funzione il sistema di vedette di San Basilio, mentre alle case popolari di Tor Bella Monaca l’acquisto è possibile a qualsiasi ora del giorno e della notte. Basta citofonare all’interno giusto. Una rubrica ben fornita è indispensabile al Casilino, al Collatino e al Tiburtino. Mentre al Pigneto lo smercio avviene direttamente sotto casa degli ormai esasperati residenti.
Dall’altra parte della barricata ci sono invece le forze dell’ordine. Gli sforzi di polizia e carabinieri aumentano ogni anno. Nel 2014 sono stati sequestrati 48 chili di cocaina. Il boom è arrivato lo scorso anno, con 721 chili sottratti al controllo della criminalità organizzata e della loro ragnatela di spacciatori. Nei primi due mesi e mezzo del 2016, poi, la bilancia segna già quota 23 chili. Chi contrasta lo spaccio è costretto a operare sottotraccia. È abituato a colpire al momento giusto. E ogni giorno lavora per cancellare un adagio fin troppo noto agli specialisti dell’antidroga: «Per ogni grammo sequestrato, ce n’è uno che finisce nelle tasche dei consumatori».
Già, i consumatori: nel 2015, agenti e militari dell’Arma ne hanno segnalati 605 al Nucleo operativo tossicodipendenze della prefettura. Solo otto sono minorenni, mentre la maggioranza ha più di 30 anni. In 90 sono stati pizzicati mentre mixavano la cocaina con anfetamine, cannabis, crack, ecstasy, ketamina, oppiacei, eroina, hashish o marijuana. La nuova moda è il policonsumo: «Chi compra stupefacenti tende sempre di più a sperimentare un’assunzione multiforme – spiega Mariangela Canale, dirigente della sezione antidroga della squadra mobile – perché cercano sensazioni diverse per dare risposte a un malessere diffuso. Non è più tanto la quantità a preoccupare, quanto la varietà delle sostanze che si possono trovare sul mercato».
Sì, perché il vocabolario del cocainomane si è arricchito negli ultimi anni. È cambiato. Non esiste più soltanto il “cinquino” (5 grammi), il “pezzo” (1 grammo) o lo “zerocinque” (mezzo grammo). Con 70 euro si compra un grammo. Con 40 euro, mezzo. Così il pusher rischia di andare in pensione. Nell’era del web 2.0 e dei social, infatti, lo sballo viaggia anche in rete. Le droghe sintetiche, compresi i cristalli di metanfetamina che sono stati trovati anche in casa Foffo, si acquistano facilmente online. Come funzionava un tempo per i rave, anche qui vale la regola del passaparola. «I nuovi stupefacenti – continua la dirigente antidroga – si trovano su siti “proprietari”. Per accedere bisogna conoscere l’indirizzo esatto. Si tratta di pagine registrate solitamente da società estere con sedi in Cina, a Dubai, a Panama, in Olanda oppure in paesi dell’Est, dall’Ucraina alla Polonia. Con le rogatorie internazionali, però, la polizia postale riesce a oscurarle».
Un lavoro certosino per evitare che soprattutto i giovanissimi (8 studenti romani su 10 fumano cannabis o altre droghe, come denuncia il consigliere regionale Michele Baldi rilanciando il rapporto Ceis Don Picchi basato su un campione di tremila liceali capitolini) possano entrare in possesso dei nuovi stupefacenti facendoseli spedire direttamente a casa. In pacchetti ovviamente camuffati. La cannabis sintetica viene fatta passare per incenso. Il mefedrone, simile alla cocaina, viene pubblicizzato come fertilizzante. La ketamina, altra droga da discoteca, si vende come anestetico veterinario. Poi c’è il ghb, la droga dello stupro, che si spaccia per solvente per lavare automobili. Dell’ultima sostanza si trovano tracce anche nell’Alcover: soprannominato “metadone degli alcolizzati”, a pochi minuti dalla mattanza è stato versato nel drink offerto a Luca Varani da Prato e Foffo.
L’indagine sui capelli e i peli pubici dell’ultimo diranno anche quanti cristalli di shaboo ha assunto prima di uccidere. È la droga che gli ex cocainomani, ormai insensibili agli effetti della “merce”, utilizzano per sballarsi e dire addio al sonno, alla stanchezza, alla fatica e alla fame. Provoca disturbi psichici, allucinazioni, stati confusionali ed è una delle sostanze che mira a rosicchiare lentamente il primato della cocaina. Nel 2014 ne sono stati sequestrati pochi etti. Nel 2015, sommando tutte le nuove droghe sintetiche, il conto è salito a 6,5 chili.
Un aumento che segnala un mercato in continuo fermento. L’ultima tendenza in materia di droghe e stupefacenti è stata scoperta lo scorso lunedì dai carabinieri: in un appartamento di Torpignattara, i militari dell’Arma hanno trovato 1.200 pasticche di Spasmo Proxyvon Plus. È un medicinale indiano, costa poco e ha effetti simili a quelli dell’eroina. Caratteristiche che, secondo gli investigatori, hanno già fatto rizzare le antenne dei “policonsumatori”. Perché Roma non si fa più solo di cocaina.